Renzi come Berlusconi dice: io fermato dal rispetto per le opinioni degli altri

Non è un boccone facile da digerire per chi era abituato a vincere sempre, ma per la prima volta da quando è segretario del Pd, Matteo Renzi non gode più di ampio consenso ed era nell'ordine delle cose che dovesse accadere in parte per gli errori di governo del Paese ed in parte per colpa di quelli di “governo” del partito. Qualcuno all'indomani delle travolgente vittoria alle Europee con quel quasi 41 5 dei sugffragi l'aveva pronosticato: raggiunto il punto più alto la parabola non può che scendre. Ed in eddetti la paraola più che scendere è andata in picchiata. I risultati delle amministrative, con le sconfitte più eclatanti a Genova e Venezia e diversi capoluoghi persi in Sicilia, hanno messo in crisi le scelte di governo e non solo quelle sventolate come inefficienti dalle opposizioni Lega in testa sul tema immigrazione, ma Renzi nelle sua smania frettolaosa di riforme da fare a tutti i costi ha partorito tanti “gattini ciechi”. Riforma del lavoro, italicum, riforma della scuola i loro nomi. Ma invece di fare autocritica sui contenuti della sua politica sembra che lui si stia concentrando solo sui temi e della gestione del partito. Fosse davvero così lo stallo rlrytorale del Pd potebbe diventare un avvitamento pernicioso e la caduta libera potrebbe essere irrefrenabile, senza conratare l'inevitabile emorragia che potrebbe investire la dirigenza dei democratici.In un colloquio con Massimo Gramellini sulla Stampa (ripreso in molti retroscena dagli altri quotidiani) Matteo Renzi ammette i suoi errori e rilancia: "Con il Renzi 2 non si vince, devo tornare a fare il Renzi 1, riprendere in mano il partito". Basta mediazioni, semmai un ritorno alla "furia rottamatrice delle origini", e basta soprattutto con le primarie: "Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita". Promette di accelerare sulle riforme (possibile fiducia in Aula sulla scuola) e di mettere da parte la "timidezza" degli ultimi tempi: "Se torna il Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo". Insomma esattamente il contrario di quanto ci si aspettava da parte della minoranza Dem. Eppure c'era da aspettarselo. Difficile per una persona dal carattre come quello di Renzi accettare di aver sbagliato, al massima dirà come dice di aver avuto ragione ma di essere stato “frenato” da chi gli stava intorno. Una caratteristica a ben ricordare uguale a quella del suo più anziano predecessore. l'alter ego Silvio Berlusconi,  che come sappiamo continua a scaricare le colpe dei suoi fallimenti di Governo ai “partitini” che, dice, ne frenarono le volontà riformatrici. Insomma un film già visto, come probabilmente già visto nella fine ingloriosa del Pdl è quello che potrebbe accadere al Pd. Peccato che in mezzo ci sono gli italiani e che il Paese potrebbe tornare presto a lambire quel “game over” sfiorato tante volte.