Regione Fvg: passa la legge di bilancio che rimarrà negli annali per essere bagnata dalle lacrime di “Debora”

“Il Friuli Venezia Giulia è una regione con i conti in ordine che, pur nella difficoltà generale della crisi, mantiene un profilo virtuoso. E questo si manifesta anche nell’ordinaria amministrazione di una buona legge di bilancio”. Lo ha affermato la presidente della Regione Debora Serracchiani, commentando l’approvazione della legge di bilancio 2017 a maggioranza, in tarda serata da parte del Consiglio regionale. “Una finanziaria che pesa 300 milioni più dell’anno scorso, raggiungendo i 3 miliardi e 700 milioni: significa – ha spiegato Serracchiani – non solo che abbiamo tenuto i conti in ordine, ma anche che siamo riusciti ad attrarre investimenti sul territorio e generato maggiore gettito. Sono risorse che servono a garantire servizi fondamentali, a sostenere la crescita e ad attuare le riforme”.
Per Serracchiani “è stato anche messo in sicurezza il trasporto pubblico locale, stradale, marittimo e ferroviario con oltre 175 milioni euro. Risorse straordinarie sono state allocate per la manutenzione degli impianti sportivi. Continuiamo a investire nei porti e nei dragaggi, convinti che – ha spiegato – le infrastrutture strategiche siano un volano di sviluppo. “ Sono state coperte le poste più importanti- ha concluso – ovviamente in primo luogo la sanità, la casa e il lavoro. PMI, accesso al credito, turismo e terziario hanno avuto ‘carburante’ per accelerare le attività”. Insomma per Serracchiani tutto bene peccato che il richiamo al “carburante” faccia andare subito l’attenzione alla vicenda dell’assessore Panontin e della sua auto blu, una “piccola” vicenda di possibile malcostume politico sulla quale i gioca il futuro dell’assessore che probabilmente, seguendo lo stile inaugurato dal sindaco di Milano Sala si “auto-sospenderà. Non si capisce se vuol dire che resterà sospeso sulla sua poltrona o se ad essere sospesa sarà solo la sua auto blu. Comunque tornando alla legge di bilancio i dati analitici sono chiari e come sempre determinano scelte che accontentano alcuni e scontentano altri. Del resto la politica è fatta di scelte. Così vediamo che nella “manovra” sono previsti 20 milioni di investimenti sulla sanità e quasi 14 per i rimborsi ai Comuni che ospitano i minori stranieri non accompagnati. Ma vi sono anche 40 milioni per il bonus benzina e 12 per interventi sulla rete idrica regionale, e oltre 6 milioni per ulteriore ricapitalizzazione di Mediocredito per scongiurarne, diciamo, una pericolosa deriva. Vi sono poi altri 6 milioni per confermare il via libera alla società in house “Autovie Venete” e completare così dando un colpo di sugna sul passato, alla vicenda della terza corsia della A4.
Ma quello che rimarrà nella memoria di questa legge di bilancio non sono i numeri, ma le lacrime della governatrice, lacrime di rabbia che le hanno tirato addosso ogni genere di epiteto e giudizio sul web e non solo. Lacrime che invece l’hanno resa in realtà più umana, incrinando quell’immagine di politica manager contagiata dal “Renzi style” che è per fortuna andata in crisi , crisi di cui probabilmente la stessa governatrice si è resa conto vedendo crollare, con la batosta del referendum, dopo quelle delle amministrative, gran parte delle sue chance di carriera nazionale. Lacrime che sono probabilmente un emotivo e casuale colpo di genio di marketing che potrebbe consentirle di ristabilire un contatto con parte del suo elettorato, quello che la chiamava Debora, che la vedeva come la giovane degli esordi che sfidava il partito monolitico nel suo epico intervento romano che le aprì, anche in quel caso casualmente, la via dell’ascesa nazionale. Oggi invece per tutti, anche per i suoi sostenitori pentiti (e non era solo) è: “la Serracchiani”. Chissà che la presidente non colga l’occasione per un ritorno al passato senza il quale è destinata a farsi politicamente molto male, a Trieste come a Roma.

Fabio Folisi