Dopo quella di Aylan ancora la foto di un bimbo scuote il mondo ma non ferma la guerra

Spesso le immagini raccontano meglio di tante parole, così oggi come poco meno di un anno fa la foto del piccolo profugo siriano Aylan annegato, a faccia in giù, appena lambito dall’acqua con le braccine abbandonate, immobile nella morte, commosse il mondo, una nuova immagine irrompe nel sonnacchioso tran tran del dopo ferragosto. Il teatro è sempre quello del conflitto siriano, questa volta il bimbo per fortuna non è morto, ma la sua immagine parla della guerra e della follia umana. Omran Daqneesh, questo il suo nome, è un bambino di cinque anni ripresa da un filmato seduto su un’ambulanza dopo essere stato estratto vivo dalle macerie di un palazzo colpito da un bombardamento ad Aleppo. Il bimbo guarda davanti a sè con occhi vitrei, il volto tumefatto e sporco di sangue, ricoperto dalla testa ai piedi di polvere. La fotografia è uno screenshot da un video realizzato da Aleppo Media Center, postato su Youtube ieri sera. Il bambino sarebbe uno dei cinque bimbi feriti in un raid aereo messo a segno ieri. Un medico locale ha detto al Telegraph che Omran ha riportato una ferita no grave alla testa, che è stata curata, ed è stato rimandato a casa, anche se nessun cerotto o antibiotico può curare le ferite interiori che una esperienza così drammatica lascia in una vittima delle bombe. Insieme a Omran sono rimasti feriti altri quattro bambini, una donna e due ragazzi. Solo ieri le Nazioni Unite avevano lanciato l’allarme. “Ad Aleppo, in Siria, c’è il rischio di una “catastrofe umanitaria senza precedenti”, aveva detto il segretario generale Onu Ban ki-Moon nell’ultimo rapporto al Consiglio di sicurezza. Ban esorta Usa e Russia a raggiungere rapidamente un accordo per il cessate il fuoco e denuncia che per conquistare il territorio “vengono condotti attacchi indiscriminati nelle aree residenziali, anche attraverso l’uso di bombe a botte, nei quali rimangono uccisi centinaia di civili, tra cui decine di bambini.

Oggi l’Onu ha deciso di sospendere gli aiuti umanitari. L’inviato speciale dell’Onu per la Siria De Mistura ha annunciato di avere sospeso l’attività della task force umanitaria perché i continui combattimenti ostacolano gli aiuti ai civili. De Mistura torna a chiedere una tregua di almeno 48 ore, in particolare ad Aleppo. L’inviato speciale Onu ha detto che riconvocherà la settimana prossima a Ginevra la task force: “Tutto quello che sentiamo dalla Siria è solo bombardamenti, razzi, napalm, cloro, cecchini. In un mese, non un singolo convoglio umanitario ha raggiunto le aree assediate”. Anche la Ue “condanna fortemente l’escalation della violenza ad Aleppo”, in particolare “tutti gli attacchi contro i civili” e quelli “eccessivi e sproporzionati del regime siriano”. Chiede quindi lo “stop immediato dei combattimenti” per “permettere le evacuazioni mediche, la consegna di aiuti e il ripristino di acqua ed elettricità”.
Dal canto suo la Russia si è detta pronta a una tregua di 48 ore ad Aleppo per consentire l’invio di aiuti umanitari nella città assediata e consentire la distribuzione di cibo e medicine alla popolazione. Lo ha comunicato il generale Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo. Si dovrebbe cominciare la settimana prossima. La Russia si è detta pronta anche a fornire assistenza per il passaggio sicuro per i convogli umanitari dell’Onu.