Quando l’arte “è di casa”

resizeC'è un castello, lo conosciamo tutti, perché la Walt Disney lo ha scelto quale logo per le sue creazioni. Sembra un castello incantato, inventato, invece esiste davvero, la sua prima pietra fu posata il 5 settembre del 1869. Si tratta della reggia edificata da Ludwig II di Baveria, ovvero: il castello di Neuschwanstein, nato sulle rovine dell'antica dimora di Hohenschwangau situata tra le Alpi bavaresi vicino a Füssen e al lago di Forggensee.
Se la Disney lo ha scelto quale simbolo della sua fantasia, il motivo c'è: la dimora, infatti, è la realizzazione di un sogno, la prova che tutto è possibile. Ludwig lo realizzò spendendo una fortuna, e al suo interno sembra di avventurarsi nel mondo di Alice.
«In sogno l’ho ideata; la mia volontà l’ha posta in essere. Forte e bella si erge, una fortezza fiera e senza rivali». Le parole tratte dal “libretto” dell'opera di Wagner, “L'oro del Reno”, potrebbero essere state pronunciate proprio da Ludwig. Anche perché, a dirla tutta, fu proprio in onore del suo amato musicista che il nobile tedesco dilapidò il suo patrimonio. Fu a lui, infatti, che volle regalare un mondo incantato dove vivere e comporre le sue opere straordinarie; una reggia in stile cavalleresco, una scenografia in tutto simile a quelle saghe nordiche che tanto appassionavano e ispiravano Wagner.
Sospeso fra cielo e terra, dunque, oltre il ponte di Marienbrücke, fra merli e guglie, si alzano le torri di una casa che punta al “tutto possibile”. Seguendo la visione. Un po' come lo straordinario Vittoriale di Grabriele D'Annunzio.

Vittoriale di D'Annunzio

Vittoriale di D'Annunzio

Le dimore dei grandi artisti, hanno spesso assunto un ruolo fondamentale nella loro opera, e lo sapeva bene il filosofo francese, Gaston Bachelard quando, nel '57, pubblicò il suo saggio “La poetica dello spazio”, dove l'autore tenta di spiegare quanto e come, lo spazio, ovvero l'abitazione, influenzi l'immaginazione letteraria e poetica.
«Casa è quel luogo che i nostri piedi possono lasciare, ma non i nostri cuori»
scrisse Oliver Wendell Holmes.

Casa delle sorelle Bronte

Casa delle sorelle Bronte

La casa, infatti, per ognuno di noi è il primo “teatro” delle esperienze, primo universo conosciuto, spazio privilegiato per la nostra individuazione e riconoscimento. Essa è contenitore dei valori che ci formano, fortezza del nostro mondo interiore. I significati simbolici e psicologici che le mura domestiche rivestono, dunque, sono tantissimi.
Sempre Bachelard, definì la casa come uno «spazio che racchiude e comprime il tempo attraverso la memoria e l’immaginazione».

Casa Leopardi

Casa Leopardi

Nell'immane produzione dannunziana, ad esempio, i richiami alla casa natale compaiono ovunque e attraverso ad essi il poeta tiene in vita i suoi affetti e gli incontri fondamentali della sua vita.
Già dai tempi più antichi, alle dimore veniva attribuito valore sacro, tanto che in alcune tribù era d'uso posizionare l'abitazione in modo che desse l'illusione d'essere in rapporto con il cielo, un po' come la verticalità del castello di Ludwig, cercando un contatto con quella dimora celeste della quale non si ha memoria, ma se ne sente la nostalgia.

Casa di Conan Doyl

Casa di Conan Doyl

Casa di Shakespeare

Casa di Shakespeare

 

Casa di Oscar Wilde

Casa di Oscar Wilde

Un modo, forse, per lenire il dolore del nostro passaggio terreno.
Altre società, invece, come quella romana, introdussero in casa i “Lari” protettori, ovvero gli spiriti degli antenati chiamati a proteggere la famiglia.
Molte cose sono cambiate da quando nelle case, sia nobili, borghesi o contadine, si riunivano le famiglie numerose; da quando attorno al fuoco si imparava il racconto, o sedendo a tavola si attraversava la continuità delle generazioni. Da quando nelle case si conoscevano i grandi momenti di passaggio, la ritualizzazione del lutto, le nascite, i matrimoni, la convivenza con gli anziani, i momenti epifanici.

La modernizzazione ha imposto alle case grandi cambiamenti,

Casa di Stephen King

Casa di Stephen King

anche architettonici, le dimensioni si sono ridotte, e i locali hanno subito severe suddivisioni, limitando la vita in comune. Anche gli esterni, dove era possibile fare esperienza del mutare del tempo con il susseguirsi delle stagioni, hanno subito una trasformazione che ha stravolto i panorami interiori. Eppure, da sempre e per tutti, la casa rappresenta un elemento dell'identità e letteratura ed arte in generale, hanno spesso usato i suoi spazi e suoi arredi, quali metafora della psiche.

Casa di Victor Hugo

Casa di Victor Hugo

Insomma, è vero quello che sosteneva Victor Hugo: «Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino», perché l'abitazione altro non è che la topografia della nostra intimità, legata ai ricordi, alla nostra origine, e concepita per resistere e proteggerci nel futuro.
Poiché «ogni dimora, - scriveva Jorges Luis Borges - è un candelabro dove ardono in appartata fiamma le vite».

Casa di Tolstoj

Casa di Tolstoj