Quando a morire in mare erano i nostri nonni…

Dalla speranza all’Apocalisse nel “Mare morto”. Poche ore e l’umanità e la pietà sono finite negli abissi come le centinaia di donne e bambini chiusi a chiave nella stiva e morti come topi. Lo dimostrano le solite risse da bottega scatenate sotto il cielo della nostra politica, in particolare da Salvini e Meloni. Ripenso agli animali più schifosi della savana, lo sciacallo e la iena, che si nutrono di cadaveri.
Per di più non son neppure buoni come alimento, a differenza degli stessi cobra che, liberati un po’ del grasso, son digeribili come le anguille delle valli di Comacchio.
E allora invito nuovamente il leader della Lega a studiarsi la letteratura e la storia. La prima sono i versi di Edmondo De Amicis, autore di “Cuore”, sulle tragedie in mare dei nostri nonni che non fuggivano da una guerra, ma dalla miseria nel nostro Paese tra i due conflitti mondiali.
Scriveva il poeta: “Ammonticchiati sulla gelida prua, laceri e macilenti, varcavano il mare in cerca di pane. Traditi da un mercante menzognero (anche allora!, ndr.), trattati come bestie da soma”.
I nostri scafisti non erano da meno. Nell’ottobre 1927 l’ingordigia di armatori senza scrupoli spinse il piroscafo “Principessa Mafalda” nell’oceano verso l’Argentina anche se per ben 8 volte i motori si erano fermati. Davanti alle coste brasiliane si inabissò e 657 italiani annegarono. Molti finirono come pasto per gli squali.
Chi conosce un po’ di storia come Papa Francesco, figlio di emigranti, ha pianto per l’ecatombe di domenica nel Mediterraneo, un cimitero dove, fino alla fine del 2014, sono morti 22.804 migranti.
Ma cosa propone Salvini? Il blocco navale all’inizio delle acque internazionali. Favorirebbe gli scafisti e i trafficanti anche italiani (ricordate lo scandalo “Roma capitale”?: “Guadagniamo più con i profughi che con altre attività illegali”): sui barconi metterebbero carburante soltanto per arrivare alle acque internazionale, poi scaricherebbero in mare i disperati (quindi più morti) e tornerebbero indietro.
Soldati italiani sotto l’ègida di Onu e Ue sulle coste libiche per snidare e fermare gli scafisti, creare là campi per i profughi come anni fa in Libano? Ma non c’è più un dittatore come Gheddafi a garantire, non c’è un Governo, dominano le bande armate e si rafforza l’Isis? Rischi altissimi, forse anche senza risultati.

Certo era più rassicurante rinviare ‘al mittente’ quei disperati ed è più facile sventolare lo slogan “aiutiamoli a casa loro”. Quel che bisogna condannare è l’insopportabile tolleranza mostrata verso gli scafisti, alcuni dei quali neppure sbattuti in galera.
Dobbiamo ammetterlo: da parte della Sinistra è stato un errore sottovalutare l’impatto di una emigrazione così caotica al massimo levando qualche grido di dolore per l’indifferenza dei nostri partners europei, specialmente quelli ricchi del Nord, al sicuro per l’assurdo Trattato di Dublino firmato proprio da Maroni, che impone di ospitare i profughi al Paese del loro approdo. Proprio noi italiani.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it