Proposta della Commissione europea sullo scambio dei casellari giudiziali

Il tema sicurezza è sempre in agenda della politica europea, ma questa colta non per discutere sula chiusura o meno delle frontiere ma concretamente per rendere più efficace la gestione giudiziaria del problema. La Commissione europea ha infatti proposto di facilitare lo scambio nell'UE dei casellari giudiziali dei cittadini dei paesi terzi aggiornando il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS).
Si tratta di una delle azioni principali previste dall'Agenda europea sulla sicurezza, volta a migliorare la cooperazione fra le autorità nazionali nella lotta contro il terrorismo e altre forme gravi di criminalità transnazionale. Questa iniziativa garantirà che ECRIS, che è già ampiamente usato per lo scambio dei casellari giudiziali dei cittadini dell'UE, sia utilizzato in tutte le sue potenzialità.
Vera Jourová, Commissaria responsabile per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, osserva come "gli attentati di Parigi di novembre abbiano confermato l'urgente necessità di una cooperazione giudiziaria più solida e continua nell'UE. ECRIS è uno strumento importante contro la criminalità transnazionale, poiché consente agli Stati membri di scambiarsi informazioni sulle condanne già pronunciate ovunque nell'Unione europea. Oggi proponiamo di aggiornare questo strumento per garantire un più facile accesso alle condanne dei cittadini dei paesi terzi. I giudici, i pubblici ministeri e la polizia saranno maggiormente attrezzati ai fini di una cooperazione su scala UE che garantirà la sicurezza di tutti i cittadini in tutta l'Unione europea. Includendo le impronte digitali dei cittadini dei paesi terzi avremo un solido strumento per contrastare l'uso di identità false".
ECRIS, istituito nel 2012, consente alle autorità giudiziarie nazionali di ricevere informazioni sulle condanne penali già pronunciate in altri Stati membri, ai fini dello svolgimento di procedimenti giudiziari o per altre finalità come le indagini penali. Questo consente un rapido ed efficiente scambio di informazioni fra le autorità nazionali, contribuendo a migliorare la prevenzione e la lotta contro la criminalità transfrontaliera e il terrorismo. Attraverso ECRIS gli Stati membri inviano attualmente ogni anno circa 288.000 richieste di informazioni sulle condanne penali pronunciate nell'UE.
Nell'ambito dell'Agenda europea sulla sicurezza la Commissione sta prendendo misure per adattarsi alle nuove e diverse minacce, garantendo il facile accesso, attraverso ECRIS, alle condanne penali dei cittadini di paesi terzi giudicati nell'UE. Questo garantirà un efficace scambio di informazioni sui precedenti penali sia dei cittadini dell'UE che di quelli dei paesi terzi, apportando diversi vantaggi.
In primo luogo una maggiore sicurezza per tutti i cittadini nell'UE: migliorando la condivisione delle informazioni fra le autorità nazionali si contribuirà a contrastare in modo migliore e più veloce l'attività criminale e terroristica, in modo da assicurare maggiore sicurezza ai cittadini in tutta l'UE.
Inoltre, la semplificazione delle ricerche dei precedenti penali dei cittadini dei paesi terzi incoraggerà le autorità nazionali a fare un maggiore uso di ECRIS; con l'inclusione nel sistema ECRIS di un indice dei casellari giudiziali dei cittadini dei paesi terzi, gli Stati membri che cercano i precedenti penali di tali cittadini non dovranno più inviare richieste a tutti gli Stati membri, con una conseguente riduzione dei costi e degli oneri amministrativi per le autorità nazionali. Sarà anche più facile per i cittadini dei paesi terzi dimostrare di avere una fedina penale pulita (ad es. ai fini di un impiego).
Infine, per affrontare le difficoltà che possono presentarsi nell'identificazione corretta dei cittadini dei paesi terzi, e per contrastare l'uso di false identità, le impronte digitali faranno parte delle informazioni scambiate dal casellario giudiziale.
La Commissaria Jourová presenterà la proposta al Consiglio informale "Giustizia e affari interni" del 26 gennaio 2016. La proposta sarà successivamente discussa al Consiglio dei Ministri e al Parlamento europeo. Una volta completato l'iter legislativo, la direttiva entrerà in vigore un anno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. La Commissione ne controllerà attentamente l'attuazione per esaminarne l'efficacia.