Primo sì alla riforma della scuola, proseguono le proteste. L’approvazione definitiva al Senato fra un mese

Con il sì della Camera si avvicina il traguardo per il ddl “Buona scuola”, insomma la Camera dice sì alla riforma della scuola che più di ogni altra è riuscita nel difficile intento di riunire nellas contrarietà tutte le sigle sindacali e le categorie del mondo della scuola, dagli insegnanti agli studenti. Sono ancora vivi gli echi dell'imponete sciopero e anche oggi, fuori dal palazzo di Montecitorio, insegnanti, studenti e sindacati protestano. Dopo che nella serata di martedì erano stati votati gli articoli più caldi, tra cui l’assunzione di centomila precari a settembre prossimo e lo stralcio della norma sul cinque per mille è arrivato il voto finale: 316 sì, 137 no, 1 astenuto. Il provvedimento ora passa al Senato, dove a stare alla tabella di marcia dovrebbe essere approvato tra circa un mese ma dove l'iter, visti i rapporti di forza potrebbe essere più spinoso per il governo.
Lo schema utilizzato da Renzi è sempre lo stesso, come per il Jobs Act: la proposta irricevibile, la mediazione con “l'ascolto”, poi il proclama vi ho sentiti e alla fine il tiro-dritto perchè alla fine decido io. Una visione dei rapporti democratici imbarazzante soprattutto perchè attuinata daun governo di centrosinistra. Come in un remake della riforma del lavoro, governo e sindacati torneranno a incontrarsi la settimana prossima, quando peraltro è previsto anche un nuovo ciclo di audizioni delle varie sigle nella commissione Cultura del Senato, dove sarà esaminata la riforma. Sarà difficile che vi sia un risultato diverso di quello del vertice alla Sala Verde di Palazzo Chigi della settimana scorsa, finito in sostanza in un muro contro muro. Del resto l'idea di Renzi è quella di isolare il sindacato tanto che le modifiche introdotte al testo della “Buona scuola” sono state introdotte prima e non dopo l’incontro con le varie sigle sindacali, cioè in sostanza a prescindere dalle istanze delle forze sociali secondo il piano precostituito che la politica non tratta, al massimo ascolta e poi fa come gli pare. Infatti la mediazione sul testo è stata tutta interna alla politica parlamentare.
In realtà giuste o sbagliate, non sono poche le novità messe in campo con l'intento di rilanciare il sistema di istruzione del Paese anche se molti dubbi avanzati all'interno del mondo della scuola non sono certo campati in aria. Ecco, in estrema sintesi e rese comprensibili ai non addetti, le modifiche introdotte:
AUTONOMIA SCOLASTICA. Questa si concretizza assegnando maggiori strumenti ai presidi per chiedere e gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Punto contestatissimo da sindacati ed insegnanti. Le scuole avranno un organico potenziato garantito con un piano straordinario di assunzioni per coprire le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, potenziare l'offerta formativa, dare una risposta alla dispersione scolastica. Le scuole potranno indicare allo Stato il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i piani dell'offerta formativa (elaborati dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, e poi approvati dal Consiglio d'istituto) che diventano triennali.
I dirigenti scolastici avranno la possibilità di mettere in campo la loro squadra individuando, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti che ritengono più adatti per realizzare i piani dell'offerta formativa. La scelta avviene all'interno di appositi albi territoriali, costituiti dagli Uffici scolastici regionali. Gli insegnanti, tutti assunti a tempo indeterminato dallo Stato, vengono chiamati dalle scuole sulla base dell'offerta che vogliono garantire agli studenti. I dirigenti dovranno rendere pubbliche online tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. L'operato dei presidi sarà poi sottoposto al vaglio di un apposito nucleo di valutazione. I presidi avranno il potere di derogare alle regole attuali: utilizzando l'organico in modo flessibile potranno evitare la formazione di classi troppo numerose.
Previsto il potenziamento delle competenze linguistiche: l'italiano per gli studenti stranieri e l'inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Rafforzato poi l'insegnamento di Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Più spazio all'educazione ai corretti stili di vita e allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti. Alle superiori il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze dei loro ragazzi. Le competenze maturate dagli studenti, anche in ambito extra scolastico (volontariato, attività sportive, ecc...), saranno inserite in un curriculum digitale che conterrà anche informazioni utili per l'inserimento nel mondo del lavoro.
Prevista un fase finale a fine ciclo scolastico di alternanza scuola-lavoro con almeno 400 ore nell'ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. A disposizione per questo uno stanziamento di 100 milioni all'anno. Si farà in azienda, ma anche in enti pubblici, musei e pure all'estero. Altri 90 milioni vengono stanziati per la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione. Sul digitale e l'innovazione l'investimento diventa permanente: dopo i primi 90 milioni ce ne saranno altri 30 all'anno per sempre a partire dal 2016.
Un voucher di 500 euro potrà essere utilizzato dagli insegnanti per l'aggiornamento professionale attraverso l'acquisto di libri, iscrizione a corsi, ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all'anno dal 2016.Viene inoltre istituito un fondo da 200 milioni all'anno per la valorizzazione del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terrà conto dei territori con maggiori criticità educative. Ogni anno il dirigente scolastico assegnerà i fondi ai docenti tenendo conto dei criteri stabiliti da un apposito nucleo di valutazione interno alla scuola (al quale partecipano anche genitori e studenti). Per questa ragione saranno pubblicati in un portale unico tutti i dati relativi al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell'edilizia, Piani dell'offerta formativa, cv degli insegnanti, incarichi di docenza. Chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all'occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria (fino a 400 euro l'anno per studente).
Il ddl oltre a prevedere un bando per la costruzione di scuole altamente innovative (dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico...) stanzia 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole, una risposta ai recenti crolli avvenuti in vari istituti.