Presidenziali in Senegal, Macky Sall rieletto al primo turno. Gli oppositori pagano le divisioni

Nonostante il vento degli oppositori al presidente senegalese uscente  Macky Sall  nelle scorse settimane soffiasse impetuoso lui è stato rieletto al primo turno. Ovviamente al netto dei soliti dubbi su possibili brogli gli  oppositori pagano le divisioni. Emblematici infatti i dati che il governo ha già diffuso definendoli «Risultati provvisori definitivi», provvisori perchè mancano all’appello i voti della diaspora, dei cittadini senegalesi all'estero che votano presso le ambasciate e che hanno votato contro il presidente, definitivi perchè non si ritiene che quel voto non conteggiato possa spostare  il risultato se non per qualche decimale di punto.  La commissione elettorale nazionale senegalese ha annunciato, prima in francese e poi in wolof,  i risultati anche se  mancano i verbali di qualche seggio estero, Argentina e Italia ad esempio nonostante le elezioni si siano svolte domenica 24 febbraio.  Chiari i risultatai , con il 58,27% (più di 2 milioni di voti) Macky Sall viene riconfermato presidente al primo turno, mentre dei quattro sfidanti solo Idrissa Seck, ex sindaco di Thies alla sua terza candidatura presidenziale che ora promette battaglia, e Ousmane Sonko, unico vero outsider della scena politica del paese, hanno raccolto percentuali consistenti, rispettivamente il 20,5 % e il 15,67%. L’iper religioso Issa Sall e Madické si sono fermati sotto la soglia del 5% (4,07 e 1,48%).

L’Annuncio mette una pietra tombale sulla guerra di cifre, sondaggi e previsioni iniziata poche ore dopo la chiusura dei seggi, quando il primo ministro in carica Mohamed Ben Abdallah Dionne, a conteggio ancora in corso, aveva pre-annunciato la vittoria del presidente uscente con una percentuale del 57%. Trenta minuti dopo, in una conferenza congiunta molto animata, Idrissa Seck e Ousmane Sonko, si erano scagliati contro le dichiarazioni «gravi, vergognose e impudenti» del premier dichiarandosi certi che con i dati in loro possesso, un secondo turno elettorale sarebbe stato inevitabile.  Nei dieci giorni di "conteggi" la tensione è stata altissima soprattutto quando sono stati diffuse le prime cifre e  percentuali relative a singoli seggi elettorali di  villaggi e regioni disseminati in tutto il Senegal, spostando le previsioni dalla vittoria dal secondo turno alla vittoria secca del presidente uscente. In alcune periferie  le percentuali “bulgare” raggiunte da Macky Sall nel nord e nord-Est, nelle regioni di Podor e Matam (in alcune circoscrizioni si arriva al 90%)  hanno fatto pendere l'ago della bilancia in favore del governo in carica. 

I  quattro oppositori avevano annunciato una manifestazione  in Piazza dell’Obelisco a Dakar ma sono stati anticipati dall'annuncio dei risultati facendo scendere in piazza gli oppositori al regima già la scorsa settimana  con manifestazioni  all’università Cheick Anta Diop e attorno a tutto il quartiere limitrofo Point E, mentre l’avenue Charles De Gaulle che conduce alla Piazza del’Obelisco è stata presidiata militarmente. Una situazione confusa ed ad alta tensione che permane tutt'ora .  Una situazione che potrebbe degenerare dato che  Idrissa Seck,  non ha convalidato i risultati.  Intanto dal palazzo presidenziale Macky Sall  giungono notizie di giubilo  per  una vittoria che ha costruito, secondo gli osservatori, con furbizia a partire dalla maggioranza assoluta del suo partito Apr nell’Assemblea nazionale, con il referendum costituzionale del 2016, le successive modifiche della legge elettorale (i cui effetti hanno eliminato 22 candidati su 27 ) e una politica diffusa  di grandi opere infrastrutturali che di fatto hanno creato, almeno in alcune aree, sacche di benessere. Tra le opere realizzate  l’aeroporto nuovo di Diass, i 220 km di autostrade, il ponte sul fiume Gambia per facilitare i collegamenti con la Casamance e la T.E.R., il treno espresso regionale (già inaugurato in campagna elettorale ma pronto forse tra sei mesi). In realtà le opere sono state decise e messe in cantiere con un indebitamento spaventoso dal suo predecessore  Abdoulaye Wade, ma portate a termine e  abilmente scippate dal punto di vista propagandistico da Macky Sall  che se ne è preso i meriti.