Presentato a Expo Milano il rapporto protezione internazionale 2015 e si scopre che i migranti in Europa sono piccoli numeri

Anche se in Europa, Italia compresa, le opinioni pubbliche e il mondo della politica che cerca di influenzarle o ne viene influenzato, pensano diversamente,  il fenomeno dei migranti, se visto in ottica globale, “sfiora” solo il Vecchio Continente. A livello mondiale infatti si registra un aumento sempre maggiore di migranti, ma il fenomeno e poca cosa nei Paesi europei visto che solo meno del 10% di chi è costretto a fuggire dal proprio Paese arriva in Europa, e di questa percentuale solo il 3% in Italia. Questi dall'inizio del 2015 a oggi sono soprattutto eritrei, nigeriani, somali, sudanesi e siriani. Sono questi i dati del 'Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015' presentato all'Expo di Milano, commentati dal capo del dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione del ministero dell'Interno Mario Morcone, che ha partecipato alla tavola rotonda sul rapporto insieme ai rappresentanti degli enti che ne hanno curato la realizzazione: Matteo Biffoni (delegato all'Immigrazione dell'Associazione nazionale comuni italiani-Anci), Daniela Di Capua (direttrice del Servizio Centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo, rifugiati e destinatari di protezione sussidiaria-Sprar), Laurens Jollens (rappresentante dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati - UNHCR per il Sud Europa), monsignor Gian Carlo Perego (direttore generale della Fondazione Migrantes). Il Rapporto non offre solo un insieme di numeri e percentuali, è la lettura dell'intero panel di esperti “moderati” da Oliviero Forti di Caritas italiana - che ha partecipato insieme a Cittalia alla realizzazione del rapporto - ma propone una lettura più ampia dello scenario internazionale, europeo e italiano, cercando di fare chiarezza tra realtà e luoghi comuni sul fenomeno migrazioni in generale, a prescindere dalle cause - economiche o legate a persecuzioni - degli spostamenti. L'analisi è importante, ha sottolineato Morcone, perché offre una base statistica per fornire al decisore politico informazioni utili alla ricerca di soluzioni per una sempre più efficace gestione dell’accoglienza. Se la premessa, ha proseguito, è che nulla potrà fermare i movimenti migratori, la via migliore è pianificare le politiche nazionali e sovranazionali investendo nella cooperazione internazionale e negli accordi bilaterali, in progetti di partenariato e piani di reinsediamento. E le decisioni prese in sede europea nei giorni scorsi, ha aggiunto il capo dipartimento, indicano che si va verso un'irreversibile presa di coscienza delle istituzioni comunitarie e dei singoli Stati. La tavola rotonda si è conclusa con l'intervento del presidente della Commissione per la promozione e la tutela dei diritti umani del Senato Luigi Manconi.