Piano di riduzione sedi da poste italiane. In Italia interessa 600 uffici in Fvg 19

Nuovo piano di risparmi da Poste italiane, l’azienda definisce l'operazione «di rimodulazione» e «adeguamento dell’offerta all’effettiva domanda sul territorio» Per i sindacati si tratta semplicemente di chiusura del servizio in zone spesso disagiate. Per questo le organizzazioni sindacali lanciano l’allarme: «Ci saranno inevitabili ricadute sul piano sociale e occupazionale» dicono con una denuncia unitaria. In un comunicato stampa infatti, sottoscritto da Cgil-Slc, Cisl-Slp, Uil Poste, Failp Cisal e Ugl, si parla di «discutili ragioni» a proposito degli interventi previsti da un Piano che in Italia interessa 600 uffici postali (coinvolti in una «rimodulazione oraria») e altri 450 i cui servizi saranno invece «dislocati su uffici vicini». Una maniera elegante per dire saranno chiusi e che l'utenza si arrangi. Nello specifico del Friuli Venezia Giulia, così è emerso due giorni fa in un incontro a Trieste, sono previste 19 chiusure (una a Trieste e una Gorizia, 13 a Udine, 4 a Pordenone) e 7 riduzioni di giornate di apertura al pubblico. Si tratta soprattutto di uffici mono-operatore e dunque le persone coinvolte sono una trentina. «Riteniamo che questi interventi penalizzeranno enormemente il nostro territorio – spiega il segretario regionale Slp Cisl Domenico La Rocca – facendo mancare un presidio importante e penalizzando ulteriormente le fasce più deboli e disagiate della popolazione». Posizione simile anche quella di Mirella Iacone (Slc Cgil): «Ogni chiusura impoverisce un territorio dato che ancora oggi una buona parte dei cittadini percepisce l’ufficio postale come punto di riferimento di valenza sociale», mentre Paolo Ceci (Uil Poste) rileva il fatto che l’azienda «ha manifestato l’intenzione di procedere comunque e unilateralmente con un metodo non condivisile. Non abbiamo potuto che irrigidirci visto che, al contrario, le operazioni del passato, penso soprattutto al 2010, proprio sulla base della condivisione con il sindacato, hanno prodotto buoni risultati, in particolare con l’introduzione dei doppi turni». Le categorie preannunciano dunque azioni di lotta «che interesseranno i lavoratori di Poste italiane e la popolazione e che vedranno il necessario coinvolgimento delle amministrazioni locali».

Da parte dell’azienda arriva una rassicurazione sul fronte occupazionale. «Il personale degli uffici postali inclusi nel Piano – si legge in una nota – verrà opportunamente collocato in altre sedi del medesimo ambito territoriale, assumendo compiti in coerenza con le proprie competenze. Per i dipendenti ricollocati saranno inoltre studiati specifici programmi di formazione e valorizzazione al fine di garantire loro un percorso di crescita professionale, mantenendo inalterato il numero dei posti di lavoro».