PERCHE’ STRAGI IN BELGIO? E’ UNO STATO QUASI FALLITO

Molti si chiedono perché proprio il piccolo Belgio sia lo Stato europeo più nel mirino dell'Isis e delle sue stragi pur non partecipando, a differenza di Francia e Gran Bretagna, ad azioni militari contro il Califfato.
Le ragioni sono molteplici, ma la principale è il fatto che il regno con capitale Bruxelles è uno Stato quasi fallito. Il Paese è infatti spaccato in due, tra valloni e fiamminghi che usano due lingue diverse (francese i primi, appunto il fiammingo i secondi) che si detestano tanto che i contrasti tra Nord e Sud d'Italia sembrano una barzelletta.
Da questa lacerazione è nata una situazione unica in Europa: il Paese è rimasto per oltre un anno senza Governo per l'insanabile dissidio tra i due gruppi etnici. E poi ci sono le vistose crepe nella polizia che si è lasciata sfuggire molto spesso i terroristi sotto gli occhi.
Si sono aggiunte le spese folli per mantenere al livello 4 (il massimo) l'allarme richiamando migliaia di agenti e, per finire, il fatto che, per mettere sotto silenzio tutti i contrasti interni, il sovrano Filippo non si fa chiamare re del Belgio, bensì dei belgi.
Dalle 'banlieux' di Bruxelles sono partiti i massacratori nel giornale parigino Charlie Hebdo (7 gennaio 2015) e Bataclàn (13 novembre), lì abitavano gli attentatori che il 22 marzo han fatto strage all'aeroporto e nel metrò di Bruxelles.
Una periferia degradata che ha un nome tragico: Molenbeek, poco meno di 100 mila abitanti (quasi come Udine): vi vive una stragrande maggioranza di arabi e della seconda generazione di musulmani che non si sono integrati nella civiltà occidentale.
Da lì proviene gran parte dei 'foreign fighter', nati in Belgio, ma convertitisi all'Isis, che sono andati ad addestrarsi in Siria e Iraq prima di tornare a far stragi in Europa. Il loro numero rappresenta un record assoluto in rapporto al numero di abitanti.
Bruxelles è considerata il cuore dell'Europa perché ospita le sedi della Comunità (la troppo burocratica Ue, che non riesce a unirsi davvero) e anche della Nato (l'Alleanza militare occidentale troppo dipendente dagli Stati Uniti). Ma i fattori di disgregazione citati in precedenza fanno aggio su quelle istituzioni che dovrebbero (ma non lo fanno) far argine contro il nichilismo del Califfato.
Uno Stato debole. E si sa che i terroristi, come si è visto in Siria e Iraq (e ora anche in Libia), si muovono a loro agio se il Paese in cui operano traballa.
Adesso il Belgio rappresenta quindi il 'ventre molle' dell'Europa, con un caos sociale in cui i fanatici passati nelle file dell'Isis rappresentano ormai una realtà profondamente radicata sul territorio.

AUGUSTO DELL’ANGELO
Augusto.dell@alice.it