Perchè la tortura può essere un reato anche in Italia. Se lo vogliamo.

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Il disegno di legge sulla tortura sta per arrivare alle fasi finali, per la precisione all'esame del Senato: l'ordinamento penale nazionale infatti fino a qui non ne prevede ancora l'esistenza. Pochi giorni fa Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, ha affermato di sentirsi “indignato dopo la sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo” che, il 7 aprile scorso, ha condannato l'Italia per il terribile pestaggio avvenuto durante il G8 del 2001, a Genova, nei confronti di uno dei manifestanti che fece ricorso alla più alta corte europea. La condanna europea era indirizzata ancora più in alto, alla legislazione italiana, ritenuta non adeguata a punire un reato come quello della tortura.

Secondo Amnesty International quanto fatto alla scuola Diaz ha rappresentato “la più grave violazione dei diritti umani in un Paese occidentale dal secondo dopoguerra”: un vero e proprio esempio di 'macelleria' di stampo tipicamente sudamericano. Nel proprio intervento a questo proposito Raffaele Cantone ha precisato il proprio pensiero: “I fatti della Diaz - ha sottolineato il presidente dell'Autorità anticorruzione - sono vergognosi, ma le indagini su quei fatti hanno consentito di individuare le responsabilità, anche dei vertici, senza bisogno del reato di tortura”.

Secondo Cantone gli episodi del 2001 non sarebbero da legare al concetto di tortura. Di parere contrario è però Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale: "Il giu­dice Can­tone - sostiene Gonnella - afferma che l’Italia ha una poli­zia demo­cra­tica. Argo­mento che trova un raf­for­za­mento nell’esigenza di cri­mi­na­liz­zare la tor­tura. È la poli­zia non demo­cra­tica che ha biso­gno dell’impunità. Il delitto di tor­tura non deve essere inter­pre­tato come un qual­cosa pen­sato con­tro le forze di poli­zia. Tutt’altro. È una forma di garan­zia per la gran massa di poli­ziotti che si muo­vono nel solco della legalità". "Io ritengo che la cor­ru­zione - ha aggiunto Gonnella - sia un male dell’Italia che ci fa per­dere cre­di­bi­lità nella scena inter­na­zio­nale. Però anche la man­cata qua­li­fi­ca­zione della tor­tura come un cri­mine pro­duce lo stesso effetto. (...) Per­ché a Genova (nella scuola Diaz e nella caserma Bol­za­neto), ad Asti o a Parma (dove vive il sacer­dote Franco Rever­beri accu­sato di com­pli­cità nelle tor­ture in Argen­tina negli anni della dit­ta­tura; la Cas­sa­zione meno di un anno fa ha negato l’estradizione in quanto in Ita­lia manca il cri­mine di tor­tura e non si può estra­dare per fatti che da noi non sono per­se­guiti) i giu­dici non hanno potuto dare giu­sti­zia alle per­sone torturate".