Pensione anticipata, l’Inps fa scattare l’allarme rosso sui conti

L'Italia, intesa in tutte le sue accezioni, sembra sempre più un attempato vecchietto che, in ricordo dei vecchi e gloriosi tempi, indossa un vecchio frack tutto rattoppato e liso. Pur non rinunciando a piccoli vizi come cappuccino e brioches ogni mattina, non paga le bollette da tempo perchè non può permetterselo. Si ostina a tenere con se una parvenza di servitù nella vecchia casa padronale, pur sapendo di non poterla pagare. Se il fidato cameriere tutto fare si presenta per chiedergli un piccolo anticipo per fare un regalo al figlio nel giorno del suo compleanno, d'istinto mette mano alla tasca del portafoglio, ma subito dopo si accorge che, tolti i soldi per cappuccino e brioches non resta nulla. Suo malgrado è costretto a mandare via il fedele e attempato servitore con un paio di pacche sulle spalle e altrettante promesse che un giorno le cose cambieranno.

Purtroppo, però, le cose non cambiano mai, anzi spesso peggiorano. Il disegno di legge Damiano-Baretta, illustrato con dovizia di particolari nei giorni scorsi, offriva la possibilità di andare in pensione anticipata (62 anni) a fronte di una sostanziosa decurtazione del vitalizio. Ma questa annunciata flessibilità in uscita del nostro sistema pensionistico, non s'ha da fare... perchè troppo costosa (per lo Stato). A lanciare l'allarme un preoccupato e accigliato Tito Boeri, il numero uno dell'Inps che ha precisato: "Se tutti coloro che dovessero avere i requisiti ne facessero ricorso il prezzo da pagare per il governo sarebbe enorme, fino a 8,5 miliardi di euro". Come ogni stima che si rispetti, le origini di tali conclusioni risultano misteriose ai più, una dichiarazione simile, in ogni caso, basta e avanza a togliere al politico di turno la velleità di avanzare proposte in perdita secca per lo stato.

Risultato: tale proposta, dopo aver illuso migliaia o milioni di potenziali e aspiranti pensionati "in erba", finirà nel dimenticatoio come tutto il resto. Ovviamente non mancheranno le pacche sulle spalle e le promesse di vana gloria. Non si può certo rinunciare ai propri "piccoli" privilegi e a quelli degli amici "più stretti" per soddisfare gli altri, che diamine! (G.S.)