Il Pd ha fatto tris. Dopo Letta e Renzi ora Gentiloni, tutti nati da incesti parlamentari

Nasce il governo Gentiloni, ricalca al 90 per cento il governo Renzi, ma senza Renzi. C’è qualche rimescolamento ma alla fine si è deciso di risparmiare su timbri e carte intestate. Il presidente del Consiglio incaricato, Paolo Gentiloni, a tempo di record, dopo aver sciolto la riserva dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha letto l’elenco dei ministri del nuovo governo, il terzo della 17a legislatura repubblicana, nata con le elezioni del febbraio 2013, dopo quelli di Enrico Letta e Matteo Renzi. Tra i ministri con portafoglio, dieci su tredici sono confermati nello steso dicastero, lo stesso per due dei cinque senza portafoglio.
Gentiloni (presidente), Alfano (Esteri), Minniti (Interno), Padoan (Economia), Madia (Semplificazione e Pa), Lorenzin (Salute), Franceschini (Cultura), Boschi (sottosegretaria Presidenza), Del Rio (Trasporti), Poletti (Lavoro), Lotti (Sport), Finocchiaro (rapporti col Parlamento), Martina (Agricoltura), Costa (Affari Regionali), Galletti (Ambiente), Calenda (Sviluppo), De Vincenti (Coesione territoriale), Pinotti (Difesa), Orlando (Giustizia), Fedeli (Istruzione). I presupposti non sono certo buoni, ma è giusto capire, se è vero che Matteo Renzi la faceva da padrone con i suoi ministri o se il diverso stile di Gentiloni farà cambiare qualcosa nelle politiche di questo ulteriore governo nato dalle alchimie di palazzo. Ci sono poi le incognite Renzi e Verdini. Il primo potrebbe, da segretario del Pd, decidere di non appoggiare per davvero il governo del suo ex ministro degli esteri, fargli fare la legge elettorale per poi sacrificarlo. Il secondo, Verdini, non accontentato nella sua smania di poltrone pesanti ha annunciato di sfilarsi dalla maggioranza. Questo rende la vita di Gentiloni molto complicata al Senato ma non impossibile grazie, magari, ai buoni auspici dell’ex cavaliere. L’impressione è che Gentiloni tenterà di portare il Governo alla scadenza naturale o molto in prossimità di questa.