Parte in Catalogna il processo d’indipendenza dalla Spagna. Il premier Rajoy annuncia “Impediremo con ogni mezzo che questa sfida alla democrazia si compia”

Tensioni in Spagna dopo che il Parlamento di Barcellona ha votato una mozione che dà di fatto l’avvio alla formazione della repubblica catalana. La mozione è stata approvata con 72 deputati a favore, 63 contrari, mentre i parlamentari popolari hanno mostrato bandiere spagnole per protesta.
Insomma anche se si è trattata di una decisione che ha spaccato in due il parlamento catalano si è concretizzata la logica conseguenza della vittoria delle forze indipendentiste alle elezioni del 27 settembre. Ma da Madrid arrivano proclami bellicosi, il governo Rajoy si è detto pronto a reagire: “Utilizzeremo lo stato di diritto per impedire che questa sfida alla democrazia si compia - dice il premier in una dichiarazione ufficiale subito rilanciata dalle agenzie -, metteremo in funzione tutti i meccanismi che la legge ci concede. E’ un tentativo che disprezza la pluralità spagnola. Ma i cittadini stiano tranquilli: la Catalogna resterà in Spagna e in Europa. Siamo una democrazia avanzata”.
Ma ibn catalogna la pensano diversamente dato che la mozione, composta da nove punti, dichiara esplicitamente che non verranno più rispettate le sentenze delle istituzioni spagnole in particolar modo quelle del tribunale costituzionale. Ed è invece all’alta corte che il governo di Madrid si rivolgerà come prima reazione ufficiale. Tutti i partiti spagnoli, seppur con diversi accenti, criticano duramente il voto del parlamento catalano e si preparano ad una unità d'intenti sul problema: Rajoy incontrerà il leader del Psoe Pedro Sánchez per cercare un fronte comune davanti alla sfida indipendentista. In prima linea contro la secessione anche Ciudadanos, il nuovo partito guidato dal catalano Albert Rivera molto quotato dai sondaggi. Podemos mantiene una posizione diversa, no all’indipendenza, ma sì a un referendum.