Parricidio della Le Pen copia e incolla razzista

Ora c'è la conferma che il parricidio politico in casa Le Pen (Marine che espelle il padre Jean-Marie, fondatore del partito) per le sue “inopportune dichiarazioni” che assimilavano l'Islam al nazismo non avevano motivazioni ideologiche, ma rispondevano alla solita logica di potere. Marine voleva infatti sbarazzarsi dell'ingombrante genitore per essere la sola vincitrice delle imminenti elezioni nel Nord della Francia, dove il suo Front National è dato nettamente favorito nei sondaggi.
Solo che è scivolata sulla stessa buccia di banana facendo il “copia e incolla” della sbandata del padre. Infatti è stata rinviata a giudizio per odio razziale e il 20 ottobre dovrà comparire davanti ai giudici per aver paragonato le preghiere in pubblico dei musulmani, quindi occupando territorio pubblico, all'occupazione nazista di Parigi.
Purtroppo c'è il rischio che Marine possa trasformare il processo in un comizio a uso e consumo dei suoi fan che da tempo contestano il fatto che nel settore Nord della capitale francese, abitato in prevalenza da islamici, le vie di quei quartieri siano invase dai fedeli musulmani che non trovano abbastanza posto per pregare nelle moschee della zona.
La Francia è il Paese che ospita la comunità islamica più numerosa della Comunità europea: quasi 6 milioni, cioé il 10% della popolazione transalpina. In nome della laicità dello Stato, già nel 2004 Parigi ha introdotto il divieto di portare il velo nelle scuole pubbliche, eccezion fatta per le università, e 7 anni dopo è stata emanata una legge che vietava anche di indossare il burqa in pubblico.
La quarantasettenne leader populista francese non si preoccupa eccessivamente del processo (al massimo rischia una grossa multa) e infatti ha già detto che approfitterà per ribadire davanti ai giudici di essere vittima per un'opinione politica nel Paese della libertà di espressione. La stessa tesi che ha invece negato al padre.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it