IL PARLAMENTO UE CHIEDE IL RICONOSCIMENTO AUTOMATICO PER LE ADOZIONI TRANSFRONTALIERE

Migliorare la protezione degli interessi dei bambini adottati. Questo l’obiettivo del Parlamento Ue che oggi ha sollecitato la Commissione europea a chiedere ai Paesi membri il riconoscimento automatico dei rispettivi certificati di adozione. La risoluzione votata oggi propone un certificato europeo di adozione per accelerare il processo di riconoscimento automatico.
Il documento invita la Commissione a proporre regole per un ampio riconoscimento comunitario delle adozioni all’interno dell’UE in casi dove chi adotta e chi viene adottato risiedano nella stesso Paese.
La Convenzione dell’Aia richiede un riconoscimento automatico di adozione in tutti i Paesi firmatari, fra cui tutti gli Stati membri UE, ma essa si applica solo in casi nei quali i genitori e il bambino adottato provengano da due Paesi differenti.
Certificato europeo e migliori linee guida
Gli eurodeputati hanno proposto la creazione di un Certificato europeo di adozione per accelerare il processo di riconoscimento automatico dei certificati di adozione “nazionali” a livello UE. Inoltre, chiedono standard minimi comuni da seguire in caso di adozione, non in forma legislativa ma piuttosto definendo delle linee guida.
Il relatore Tadeusz Zwiefka, (PPE, PL) ha spiegato: “ogni adozione dovrebbe essere fatta nel miglior interesse del bambino, tenendo in conto le specifiche circostanze di ogni caso. Poiché con l’adozione si deve garantire al bambino amore, cura e un ambiente stabile, chiediamo alla Commissione europea di adottare misure in materia di riconoscimento dei certificati di adozione nazionali, in modo che le famiglie con bambini adottati abbiano la certezza del diritto quando si spostano in un altro Stato membro".
Rimuovere gli ostacoli amministrativi
Le famiglie che hanno adottato bambini adottati del loro proprio Paese devono oggi affrontare ostacoli giuridici e amministrativi quando si spostano da uno Stato membro a un altro. Ad esempio, i genitori potrebbero non essere in grado di occuparsi dell'istruzione o di un trattamento medico del loro bambino adottato, a meno che non abbiano avviato iniziative legali per dimostrare che ne hanno la custodia.
La risoluzione è stata adottata con 533 voti in favore, 41 voti contrari e 72 astensioni. Secondo la procedura dell’iniziativa legislativa, la Commissione, pur non essendo obbligata a seguire le raccomandazioni del Parlamento, in caso di rifiuto dovrà spiegarne i motivi.
Questa risoluzione riguarda solo il singolo rapporto genitore-figlio. Non obbliga, quindi, gli Stati membri a riconoscere il rapporto giuridico tra i genitori e il bambino adottato.