PAPA FRANCESCO A LESBO : E’ UN VIAGGIO TRISTE

“E’ un viaggio triste”. Così Papa Francesco ha definito la sua visita pastorale nell’isola di Lesbo, parlando ai giornalisti durante il volo che lo ha portato nella “Lampedusa” greca. “È un viaggio un po’ diverso dagli altri” , ha spiegato poi il Papa, ricordando che “nei viaggi apostolici noi andiamo a fare tante cose, a vedere la gente, a parlare, c’è anche la gioia dell’incontro”, ma, ha soggiunto, “ questo è un viaggio segnato della tristezza”.
Francesco è stato accolto dal Premier greco Alexis Tsipras, che lo ha ringraziato per il suo messaggio contro la guerra e di accoglienza , soprattutto , ha aggiunto facendo riferimento al “caso Austria”, in un momento in cui altri leader cristiani alzano muri e barriere in Europa. Il pontefice si poi è diretto al «Moria refugee camp» assieme ai due leader ortodossi Bartolomeo, patriarca di Costantinopoli, e Hieronimus, arcivescovo di Atene.
Francesco tornerà in Vaticano con dieci migranti in condizioni più vulnerabili. E’stato un preciso desiderio espresso dal Papa, hanno spiegato i responsabili del coordinamento della politica migratoria, precisando che i migranti prescelti sono arrivati a Lesbo prima dell’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia. Secondo fonti giornalistiche greche, sarebbero state scelte tre famiglie che vivono attualmente nel campo profughi di Kara Tepe, selezionate in modo casuale. La decisione del Papa di ospitare 10 profughi va ricollegata alla sua iniziativa dello scorso settembre, quando chiese a tutte le 25 mila parrocchie italiane di accogliere ciascuna almeno una famiglia di profughi. Francesco, ha deciso, quindi che le due parrocchie del Vaticano diano il buon esempio accogliendo, quella di Sant’Anna, una famiglia e due nuclei familiari quella della Basilica di San Pietro.
A Moria Refugee camp , dove recinzioni, filo spinato, container rugginosi sono lo scenario che le “ospita”, vivono più o meno tremila persone, tra cui moltissime famiglie e circa duecento bambini, che, non essendo stati “autorizzati” ad uscire, hanno atteso Papa Francesco al di là delle recinzioni ed aspettato Francesco lungo le barriere metalliche. Si sono susseguite scene molto toccanti con persone che piangevano a dirotto, altre che gridavano “libertà, libertà”, persone con le sofferenze stampate sul viso, a cui il Santo Padre ha cercato di infondere un minimo di conforto spirituale e di speranza esistenziale.