ONU, MANCANO FONDI IN LIBANO E GIORDANIA PER I RIFUGIATI SIRIANI

Senza il reperimento di urgenti fondi aggiuntivi, nei prossimi mesi saranno ridotti i programmi di assistenza con contributi diretti mensili per circa 60mila famiglie di rifugiati siriani in Libano e in Giordania. Questo l’allarme lanciato oggi dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) che denuncia come alcuni aspetti “centrali” della sua risposta ai bisogni dei rifugiati siriani siano “gravemente insufficienti”.
Per l’UNHCR sono necessari ulteriori contributi per evitare tagli drammatici e profondi per i servizi di base e di salva-vita ai rifugiati siriani nella seconda metà dell'anno: malgrado i generosi impegni di finanziamento, - riporta l’Agenzia in una nota – le risorse in favore dei programmi umanitari a sostegno dei rifugiati siriani e delle comunità che li ospitano si stanno rapidamente esaurendo. La situazione più drammatica è quella di Libano e Giordania dove una serie di attività di assistenza diretta con contributi in denaro potrebbe terminare nel giro di quattro settimane”.
I rifugiati siriani in Libano - il 70% dei quali vive al di sotto della soglia di povertà nazionale – dichiarano che senza questo supporto diretto non sanno come potranno sopravvivere. Per molti, l'assistenza con contributi economici è l'unico mezzo per acquistare medicinali per i membri malati della famiglia e pagare i conti e i debiti che vanno rapidamente accumulandosi. I rifugiati dichiarano all’UNHCR che ogni mese si devono fare in quattro per riuscire a pagare l’affitto e far fronte alla minaccia di sfratto.
Coloro che sono fuggiti in Giordania – annota l’UNHCR – si trovano ugualmente a far fronte a grosse difficoltà. I rifugiati confidano al personale dell’UNHCR che il supporto mensile garantito dall’agenzia permette loro di consumare un pasto al giorno, di avere un tetto e la loro dignità. Ora temono di perdere tutto. Molti dicono che, se smetteranno di ricevere questa assistenza, per loro sarà meglio tornare a morire in Siria. Per una famiglia ogni tre sostenuta attraverso il programma di assistenza in denaro in Giordania si tratta della loro unica fonte di reddito, fatto che li rende particolarmente vulnerabili a qualsiasi taglio.
L'UNHCR ha aumentato il suo impegno e promosso nuovi approcci per garantire programmi di assistenza diretta economica dal 2011 in avanti, così da poter aiutare un elevato numero di siriani rifugiati nei Paesi vicini a medio reddito. Infrastrutture e servizi ben consolidati hanno consentito allAgenzia Onu di lavorare con le banche per fornire denaro ai rifugiati, riducendo i costi generali e le frodi, offrendo ai rifugiati la possibilità di acquistare ciò di cui hanno bisogno, evitando lo stigma delle code di distribuzione. Questi aiuti permettono alle famiglie vulnerabili di affrontare le difficoltà legate alla migrazione forzata e di aiutarli a ritrovare la propria dignità. Sono stati aiuti fondamentali grazie ai quali le famiglie dei rifugiati hanno potuto evitare schiavitù, sfruttamento o abusi e per evitare di ricorrere al lavoro minorile, ai matrimoni precoci, alla prostituzione di sopravvivenza o ad altre pratiche negative per sopravvivere e far fronte alla situazione.
Sarà il Libano, dove l'UNHCR ha urgentemente necessità di 116 milioni di dollari statunitensi, il primo Paese in cui avranno effetto i primi tagli all’assistenza diretta in denaro per i rifugiati. Tra questi si annoverano gli aiuti in denaro a 30mila famiglie di rifugiati siriani, contributi economici per il periodo invernale di due mesi per altre 174mila famiglie e assistenza in contanti per 1.500 rifugiati per aiutarli a superare i periodi di difficoltà. Il gap nei finanziamenti mette a rischio anche 65mila interventi sanitari e il supporto alla capacità dell'UNHCR e delle autorità libanesi di rilasciare e rinnovare i documenti dei rifugiati, a seguito della recente decisione di rinunciare alle tasse di rinnovo dei permessi di residenza che la maggior parte dei rifugiati non poteva permettersi.
Nel frattempo, in Giordania, l’UNHCR ha urgentemente bisogno di 71 milioni di dollari statunitensi per garantire assistenza in contributi economici mensili a 30mila famiglie di rifugiati siriani, il sostegno a circa 60mila siriani che si troverebbero in prossimità del confine tra Siria e Giordania, e per assicurare 115mila visite sanitarie di prima necessità e 12mila invii a servizi secondari di assistenza sanitaria per i rifugiati presenti nei campi e nelle aree urbane, nonché per garantire un supporto tempestivo per l’inverno a 35mila siriani.
Più di cinque milioni di siriani vivono come rifugiati nei paesi limitrofi. Questo dato rende i siriani il più grande gruppo di rifugiati a livello mondiale. Altri 6,3 milioni di cittadini siriani sono sfollati all'interno della Siria.
A metà anno, l'appello inter-agenzia per il 2017 (pari a 4,6 miliardi di dollari statunitensi) per soddisfare le necessità umanitarie immediate dei rifugiati siriani in Medio Oriente e nel Nord Africa è coperto solo per il 18 per cento. Considerate le difficoltà a far fronte alle necessità umanitarie su una vasta scala e in tutta la regione, sono fondamentali contributi immediati e in misura adeguata per garantire la realizzazione puntuale e già pianificata dei programmi umanitari e di protezione dei rifugiati.