Oltre 700 morti in tre giorni, il Mediterraneo sempre di più tomba di migranti

Nei tre naufragi dei giorni scorsi nel Mediterraneo potrebbero essere morte 700 persone, denuncia la portavoce dell'Unhcr Carlotta Sami, citando le testimonianze dei sopravvissuti. "Mettendo insieme questi tragici numeri, stimiamo che sono morte almeno 700 persone, con nessuna certezza sulle cifre e sulle identità" delle vittime, spiega all'agenzia di stampa tedesca 'Dpa'. Sono un centinaio i migranti dispersi dopo il naufragio di mercoledì e che si teme possano essere rimasti chiusi nella stiva dell'imbarcazione. Altri 550 sono dispersi in seguito al naufragio giovedì di un barcone partito il giorno prima dal porto libico di Sabratha senza motore, al traino di un altro altrettanto affollato. Venticinque persone sono riuscite a salire sul primo barcone, altre 79 sono state tratte in salvo da navi di passaggio, e solo 15 corpi privi di vita sono stati ritrovati. Infine, venerdì, nel terzo naufragio, sono state tratte in salvo 135 persone e ritrovati 45 corpi. Ma i dispersi sono molti di più.

Intanto è arrivata nel porto di Reggio Calabria la nave militare "Vega" con a bordo 629 migranti e 45 corpi recuperati in mare dopo l'ennesimo naufragio avvenuto al largo della Libia. I cadaveri raccolti in mare appartengono a 36 donne, sei uomini e tre minori con età che vanno da sei mesi a due anni. Tra i sopravvissuti ci sono 419 uomini, 138 donne e 72 minori di varia nazionalità (Pakistan, Libia, Senegal Eritrea, Nigeria, Siria, Marocco e Somalia). Dei migranti arrivati in Calabria, 155 provengono dal barcone che si è rovesciato al largo delle coste della Libia. Alle operazioni di sbarco, coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria, partecipano i rappresentanti del Comune di Reggio, delle forze di polizia, dell'Azienda sanitaria e ospedaliera e del 118, le associazioni di volontariato e degli organismi umanitari. Le salme, che saranno portate in alcuni mezzi appositi messi a disposizione dalla Croce Rossa Italiana, sbarcheranno per ultime.