Ok dall’India all’arbitrato sui marò, Girone ora potrebbe rientrare. Intanto è polemica su un post demenziale di un dirigente di Rifondazione

Si apre dopo oltre tre anni la concreta possibilità che tornino stabilmente in Italia i due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. In realtà la questione riguarda solo Girone visto che Latorre è in Italia per motivi di salute. Infatti dopo la decisione del governo indiano di partecipare all'arbitrato internazionale sul caso dei due militari italiani ora "la Farnesina si accinge ad attivare tutte le misure necessarie per consentire il rientro in Italia anche del Fuciliere di Marina Salvatore Girone". La Corte Suprema indiana ha oggi concesso una estensione di 6 mesi - e pertanto fino alla metà di gennaio 2016 - del periodo di permanenza in Italia del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre. La Corte, si precisa in una nota della Farnesina, ha inoltre rinviato al 26 agosto la decisione relativa alla nostra richiesta di sospendere il procedimento giudiziario interno per tutta la durata del procedimento arbitrale, avviato dall'Italia il 26 giugno scorso ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. La decisione del governo indiano di partecipare all'arbitrato internazionale da noi avviato - comunicata oggi in udienza dal suo rappresentante - unita all'estensione da parte della Corte Suprema, senza l'opposizione del governo di New Delhi, di ulteriori 6 mesi della permanenza in Italia del Fuciliere di Marina Latorre, ancorché per un periodo inferiore a quello da noi richiesto, confermano il consolidamento del percorso arbitrale intrapreso dall'Italia il 26 giugno. Intanto è bufera sul segretario di Rifondazione comunista di Rimini Paolo Pantaleoni, che  su Facebook aveva postato una frase choc: «Ma non è ora che impicchino i due marò?». Il post è stato successivamente cancellato, con tanto di scuse di Pantaleoni. Ma ovviamente la frittata era fatta e  Paolo Pantaleoni, ha rimesso l’incarico a disposizione della Federazione, dopo le polemiche seguite al suo post: «L’ho detto nei giorni scorsi alla stampa locale, lo ripeto oggi: il mio post sui marò - scrive in una dichiarazione sempre su Facebook Pantaleoni - è stato una colossale scemenza, di cui mi scuso con tutte le persone che ho urtato, ferito ed infastidito». «La mia - prosegue Pantaleoni - voleva essere una battuta a fronte dei tanti politici che usano parole violente contro i profughi e gli stranieri, ma, ribadisco, è stata una battuta sbagliata e altrettanto violenta: una violenza verbale che è esattamente ciò in cui non credo. Perciò sono doppiamente mortificato». «Mi scuso anche con il mio partito, Rifondazione Comunista, con la comunità politica di donne e di uomini di cui faccio parte: ciò che ho scritto - sottolinea Pantaleoni - è distante anni luce da ciò che pensa e pratica il Prc. Mi scuso sapendo che in questi giorni siamo impegnati a fianco del popolo greco e invece Rifondazione andrà sui giornali per questa mia scemenza. Convinto di tutto questo, rimetto il mio incarico a disposizione della Federazione di Rimini».