Oggi voto-bis: le 2 Le Pen dal trionfo al ko?

Il 'terremoto' politico al primo turno delle elezioni regionali in Francia col 'salto mortale' del Front National del tandem Le Pen, Marine e la nipote Marion Maréchal, era ampiamente previsto dai sondaggi, ma non in queste proporzioni così éclatanti. Un partito populista ha scavalcato i due tradizionali (neo-gollisti e socialisti). Ma oggi nel ballottaggio la particolare legge francese (conferma dai sondaggi) potrebbe trasformare quel trionfo in un ko per entrambe, che sarebbero escluse. Infatti i socialisti, dove sono in netto svantaggio, non andranno alle urne o voteranno per la Destra per non far vincere le Le Pen.
Comunque tutti già pensano a quel che accadrà alle Presidenziali per l'Eliseo e alle Politiche del 2017.
Però il primo voto transalpino, unito alla disaffezione dell'elettorato (un francese su due ha disertato le urne) fa tremare l'Europa, almeno per come è stata ideata finora. Tanto che la disunione non è più un tabù (soltanto Angela Merkel l'aveva capito da tempo).
La lezione che viene da Parigi è il prodotto delle esitazioni della Destra neo-gollista di Sarkozy e delle ambiguità della Sinistra di Hollande che non ha saputo vedere la disgregazione sociale ed economica di un Paese in difficoltà. La rimonta del Presidente, dovuta alla sua ferma risposta ai massacri che hanno dilaniato la capitale, c'è stata, ma soltanto parziale.
Però quel che preoccupa di più l'Europa è l'effetto-domino che può prodursi negli altri Paesi della Comunità.
Se in Francia si profila un confronto a tre alle Politiche con le due Le Pen per ora favorite, in Italia sarà addirittura a 4 con la Sinistra di Governo e la Destra insidiate dal Movimento 5 Stelle e dai populisti di Salvini, da tempo alleati di Marine.
La Spagna trema per il referendum che, pur vietato dal Premier Mariano Rajoy, potrebbe sancire il distacco della Catalogna. Poi c'è anche il populismo degli 'indignados'.
Idem in Gran Bretagna con il vento secessionista della Scozia e la spaccatura tra i laburisti per l'adesione inglese alla guerra contro l'Isis. A Londra infatti non dimenticano i 'flop' di Tony Blair nell'azione contro Saddam in Iraq e specialmente il fallimentare assalto alla Libia di Gheddafi con i francesi che ha originato l'attuale caos.
Su Grecia e Portogallo, ben lontani dalla stabilità economica, soffia il vento dell'anti-austerità che, alla fin fine, minaccia la stabilità dei due Governi.
Svezia e gli altri Paesi del Nord per ora non sono un rischio per Bruxelles, ma tutt'altro che felici di come vanno le cose nella Comunità e sostengono l'opportunità di una 'mini Schengen' tra Stati in grado di dare una risposta unitaria all'emergenza-profughi (Germania, Austria e Benelux).
Chiudono il quadro l'Ungheria e gli altri Stati che rientravano nell'orbita dell'ex Unione Sovietica. I muri che hanno eretto dimostrano che è ormai inconciliabile il loro distacco dalla politica seguita dalla Comunità.

Augusto Dell’Angelo
Augusto.dell@alice.it