Oggi Giuseppe Conte diventa premier d’Italia. I due “bravi” che lo incalzano ne faranno un Don Abbondio?

Ci sono voluti 88 giorni di trattative, di colpi di scena, di farse e psicodrammi, ma alla fine è arrivata la soluzione della crisi di governo, se questo sarà la fine della crisi del Paese è difficile dirlo, le premesse non sono buone e non solo per il fatto che alcuni personaggi della compagine di governo sono in contraddizione uno con l'altro, così come del resto è in contraddizione il "contratto" di governo e la compagine partitica che lo ha stipulato. Anche le "cose da fare" sembrano scarsamente compatibili, ma è facile prevedere che le prime azioni saranno da intestare al pensiero leghista. Comunque è liberatorio, dinnanzi all'incubo di elezioni agostane, che Giuseppe Conte abbia ricevuto l'incarico di formare il nuovo esecutivo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che per qualcuno è passato da garante della democrazia a traditore della patria, per poi tornare, nel giro di una manciata di ore, ad essere padre nobile. Un pò come si entrava ed usciva dalal lista dei cattivi sulla lavagna di scuola a discrezione del capoclasse di turno. Comunque Conte ha accettato l'incarico presentando in tempo reale al capo dello Stato la lista dei ministri. Il giuramento del nuovo governo è fissato alle 16 di oggi al Quirinale. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i fautori dell'intesa che ha consentito la nascita dell'esecutivo M5s-Lega, saranno vicepremier. Paolo Savona - il nome che aveva fatto fallire il primo tentativo di Conte 4 giorni fa per l'opposizione di Mattarella alla sua designazione all'Economia - resta nel governo ma va alle Politiche europee, mentre gran mogol dell'economia sarà Giovanni Tria, professore universitario di "spessore" amico di penna di Renato Brunetta.

Il presidente del Consiglio è giunto questa mattina a Montecitorio per incontrare il presidente della Camera, Roberto Fico. Poco prima di entrare dal portone principale, Conte - arrivato in taxi - si è fermato alcuni minuti in piazza con dei manifestanti della Fedex azienda in crisi, almeno nella sua propaggine italiana: "Di Maio è il nuovo ministro dello Sviluppo, abbiamo messo su una bella squadra, vi dovete fidare", ha spiegato il premier dopo che i lavoratori gli avevano esposto con veemenza il loro caso e spiegato che c'è un tavolo aperto al Mise. Poi lo hanno sollecitato: "Presidente, lei ha detto che è avvocato di tutti gli italiani, noi ci crediamo, lei è un grande". Immediata la replica del premier: "Non sono un grande, lo devo dimostrare". Insomma una scenetta in favor di telecamere che sarebbe ingeneroso attribuire al neo-premier ma che lui ha saputo cogliere come fosse un navigato politico. Questa mattina, uscendo dalla sua abitazione, ai giornalisti che lo attendevano fuori ha confessato di "essere emozionato". Conte: "Lavoreremo per migliorare la vita degli italiani". "Lavoreremo intensamente per realizzare gli obiettivi politici anticipati nel contratto di governo, lavoreremo con determinazione per migliorare la qualità della vita di tutti gli italiani". Conte, siamo certi ci crede, il problema è che i due "bravi" che come vicepremier l'attorniano potrebbero farlo diventare come Don Abbondio. Vedremo.