OGGI A BRUXELLES LA PRESENTAZIONE DEL “RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO 2016”

Sono più di 4,8 milioni gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero). Solo nell’ultimo anno sono partiti in 107 mila e il trend è in continuo aumento. L’Europa – in particolare la Germania, il Regno Unito e la Svizzera – rimane la meta privilegiata.C’è stato un incremento degli italiani provenienti dalle regioni del nord e la fascia più rappresentativa è quella tra i 18 e i 34 anni (36,7%), i cosiddetti Millennials. Sono questi i dati principali che emergono dal “Rapporto Italiani nel Mondo 2016” della Fondazione Migrantes che verrà presentato a Bruxelles giovedì 23 marzo, alle ore 18.30, presso la sede di Rappresentanza a Bruxelles della Regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino.
“L'incontro e la riflessione sulla mobilità italiana, a partire dal Rapporto sono ormai un appuntamento annuale in Belgio – commenta Delfina Licata, curatrice del volume – che ci ricorda quanto sia importante non solo mantenere i legami tra l'Italia e la comunità italiana in Belgio, ma anche la necessità di fare rete, alla luce di una mobilità sempre più dinamica, complessa ed europea”.
Nel rapporto ricorrono frequentemente termini che inquadrano la migrazione in un’ottica positiva. Tuttavia, purtroppo, negli ultimi anni le immagini a cui si associa prevalentemente il fenomeno migratorio sono tragiche. Miope sarebbe non tenerne conto. Nonostante ciò, il Rapporto Italiani nel Mondo indica la mobilità come una risorsa che genera sviluppo sociale, economico, politico e culturale, mettendo in comune competenze, valori e talenti delle persone che decidono di lasciare il proprio paese. Fondamentale è, infatti, l’aspetto della scelta che deriva da quello che dovrebbe essere un inalienabile diritto: rimanere nella propria terra o emigrare. Non è una fuga, quindi. Né tanto meno una fuga di cervelli.
“I giovani tendono a rifiutare questo termine – sottolinea Matteo Lazzarini, Segretario generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana – e partono invece per cercare nuovi stimoli e sfide. La mobilità dei Millennials non segue un indirizzo predeterminato, ma asseconda le occasioni che si profilano strada facendo.Affinché la migrazione sia più consapevole, è molto utile l’idea di fornire, a tutte quelle persone che decidono di trasferirsi all’estero, una cassetta degli attrezzi che prepari alla partenza, all’arrivo e alla permanenza”. Da anni le Camere di Commercio Italiane all’Estero supportano la categoria dell’emigrato-imprenditore che ha esigenze specifiche, puntuali, pratiche. “È centrale comprendere l’importanza di questa insostituibile ricchezza di cui dispone l’Italia – commenta Lazzarini – per affermare ancor di più il Made in Italy nel mondo. Gli imprenditori che si trasferiscono all’estero vanno sostenuti e facilitati nell’avvio delle loro attività commerciali”.
Proprio l’influenza e la contaminazione reciproca tra l’identità del migrante e i luoghi dove si trasferisce e vive sono il filo conduttore che anima il rapporto 2016. “L’idea da maturare – si legge nel rapporto – è il passaggio a una nuova civilizzazione in cui il meticciato non significa tradire la propria origine, ma arricchirsi delle opportunità date dal mondo e dalle innumerevoli culture che lo abitano”. Una nuova migrazione che possa rafforzare il futuro multiculturale dell’Europa appare possibile e auspicabile.
“Bruxelles, cuore dell'Europa, diventa simbolo della ricerca di risposte concrete da dare ai tanti italiani, giovani e giovani adulti, che decidono oggi di partire – Delfina Licata – in modo che la loro partenza non sia una fuga, ma una ricerca di opportunità e che possa essere non solo unidirezionale (dall'Italia verso l'estero) ma circolare. Detto in altri termini, è prioritario fare in modo che l'italiano che parte o che si trova già in un paese diverso dall'Italia, possa decidere di partire, ma soprattutto scegliere di rientrare”.