Presto nuove elezioni in Turchia. La speranza di Erdogan è che riesca la sua doppia manovra per recuperare consensi

Niente nuovo Governo e così il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, indice nuove elezioni che decideranno la composizione del parlamento turco nella mal celata speranza di tornare ad avere la maggioranza. Una strada da intraprendere necessariamente considerata la scadenza del termine di 45 giorni per la costituzione di un governo stabilito dalla costituzione turca, a partire dal conferimento dell'incarico esplorativo. Dopo l'incontro che il presidente ha avuto ieri con il presidente del parlamento di Ankara, Ismet Yilmaz, è stato diffuso un comunicato nel quale si legge che "il Presidente ha deciso di rinnovare la Grande Assemblea Nazionale". La notizia è stata diffusa dall'agenzia Reuters. Erdogan però deve accelerare le procedure tanto che avrebbe in agenda un appuntamento per giovedì mattina con il premier ad interim Ahmet Davutoglu, al quale conferire l'incarico di formare un governo che traghetti il Paese verso nuove elezioni in data ancora da definire ma che notizie ufficiose danno per il prossimo 1 novembre. Data del resto paventata dallo stesso Erdogan già la scorsa settimana e prma di lui dall'Authority turca per le elezioni. Come è noto il partito filo islamico della giustizia e dello sviluppo (Akp), aveva perso la maggioranza assoluta dei seggi dopo 13 anni, in seguito ai risultati delle votazioni dello scorso 7 giugno. Il presidente Erdogan ha conferito mandato esplorativo al premier Davutoglu lo scorso 9 luglio. A partire da tale data Davutoglu ha avuto a disposizione 45 giorni per formare una coalizione capace di ottenere la fiducia del Parlamento, ma le consultazioni sono fallite sia con i repubblicani del Chp, sia con i nazionalisti del Mhp. Nessuna prospettiva di coalizione è stata invece paventata con i filo curdi dell'Hdp, accusati dall'Akp di essere vicini ai ribelli separatisti del Pkk. La Turchia torna al voto dunque, e la speranza di Erdogan è che queste nuove elezioni tornino a dargli la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento e che si possano di conseguenza realizzare le riforme in ambito presidenziale che gli permetterebbero di acquisire poteri esecutivi. L'ufficializzazione del ritorno alle urne arriva in un momento delicato per la Turchia, reduce da un mese di violenza segnato dalla ripresa degli scontri con il Pkk al confine iracheno che potrebbero determinare un irrigidimento dell'elettorato e quindi favorire proprio Erdogan. Il sospetto è che si sia voluto alzare il livello dello scontro interno con la minoranza curda, che ci sarebbe cascata, per fvorire il recupero del partito islamico Akp. Erdogana avrebbe anche abilmente dato inizio ad una nuova fase di lotta all'Isis di comune accordo con gli Usa, ai quali è stata concesso l'utilizzo della base turca di Incirlik per sferrare raid aerei contro i miliziani allo scopo anche di garantirsi una certa benevolenza occidentale. L'operazione potrebbe riuscirgli dato che gli scontri con il Pkk hanno causato più di 50 morti nell'ultimo mese solo tra le forza di sicurezza turche, ma soprattutto hanno interrotto una tregua che durava da due anni e mezzo creando nell'opinione pubblica turca una ondata di risentimento che potrebbe essere funzionale alla restaurazione dei vecchi equilibri politici. La Turchia però sta anche affrontando un momento difficile dal punto di vista economico, con la lira turca in caduta libera rispetto al dollaro e all'euro e che potrebbe favorire le opposizioni alla vecchia gestione by Erdogan, questa è la speranza delle opposizioni che punteranno proprio sui problemi finanziari per convincere i turchi ad una svolta definitiva.