Norme sulla prescrizione, la partita si gioca al Senato. Intanto è nato il sito internet www.isoladeiprescritti.it

Dopo aver dato il via all'articolo 1, l'Aula della Camera ha approvato l'intero disegno di legge sulla corruzione senza i voti di Ncd. I sì sono stati 274, 26 i no e 121 gli astenuti. Ora il ddl passa al Senato. La notizia in un paese normale dovrebbe fermarsi qui, ma non in Italia dove ogni legge viene trattata alternativamente “contra” o “ad”, siano esse persone fisiche o intere categorie. Il concetto di bene comune nel nostro paese è spesso piegato a favore del bene privato ed il “bicameralismo” perfetto nelle funzioni ma imperfetto nei rapporti di forza elettorali che lo generano, consente colpi di mano di ogni genere. Così anche quella che è una necessità data dai fatti e sarebbe anche una questione di semplice buon senso, diventa oggetto di scontro politico, addirittura ideologico. Quella della prescrizione infatti è stata la migliore arma in mano alle difese di corruttori, evasori fiscali e truffatori vari. Bastava avere bravi avvocati cavillatori di professione ed il gioco era fatto, si allungava il brodo del processo fino ad arrivare alla data di svolta, la sentenza per prescrizione. Si è cercato anche di far passare il principio che la prescrizione equivalesse ad innocenza invece che mancanza del giudizio, con paradossi storici, come quello di Giulio Andreotti condannato per mafia ma solo per un periodo, quello precedente infatti cadde in prescrizione. Insomma mafioso sì ma prescritto. Ovviamente all'esempio “storico” sono seguiti decine se non centinaia di casi generati dal cocktail indigesto di una giustizia resa lenta e farraginosa da leggi artatamente burocratiche e altamente particolareggiate da regolare tutto per non regolare niente. Quello della prescrizione insomma è l'emblema di una giustizia italiana che genera ingiustizia, tanto da rendere necessario fare chiarezza e tentare di mettere ordine. Essere assolti per prescrizione non vuol dire essere innocenti ed ovviamte non vuol dire neppure essere colpevoli, si rimane in una sorta di limbo. Ma è un purgatorio diciamo “attivo”, infatti per ripulirsi la coscienza e la fedina penale lo strumeto c'è, si tratat di rinunciare a termini di prescrizione e chiedere al proprio giudice di essere giudicati. Ma ovviamente è una scelta che pochi pochissimi l'hanno fatto. Non l'hanno fatto di certo i personaggi che affollano le pagine del sito internet, nato nel gennaio scorso per volontà di un parlamentare del M5stelle. Digitando sul web www.isoladeiprescritti.it si accede a un archivio sempre in aggiornamento di politici imprenditori e faccendieri vari che grazie alla prescrizione l'hanno fatta franca evitando con abile dribbling “temporale” le patrie galere. Una visita è istruttiva perchè guardando quei nomi e quelle facce, in genere tutte molto conosciute ed ancora in “attività”, si capisce la portata del fenomeno ed anche perchè da alcune forze politiche si stia facendo “catenaccio” per evitare le nuove norme che allungano i termini della prescrizione. La vera battaglia dopo il passaggio alla Camera infatti sarà al Senato dove i rapporti di forza sono più delicati e dove è molto probabile che vi saranno tanti che cercheranno di disinnescare la “bomba” . "Dopo dieci anni c'è un netto superamento delle regole dettate dalla ex Cirielli che, dimezzando i termini di prescrizione, hanno cancellato con un colpo di spugna migliaia di processi", aveva spiegato Donatella Ferranti, presidente della Commissione Giustizia della Camera A giudizio dell'esponente del Pd, il provvedimento, "sospendendo la prescrizione per due anni dopo la condanna in primo grado e per un altro anno se confermata in appello, è un buon punto di incontro tra pretesa all'oblio, pretesa punitiva, diritti delle vittime e garanzie dell'imputato"."L'impostazione del ddl rimarrà tale" - Il via libera però è costato una frattura in seno alla maggioranza di governo che non ha condizionato il voto finale ma che ha messo il ministro della Giustizia nelle condizioni di mettere le mani avanti assicurando che sarà possibile modificare il ddl in Senato. "Ci sono valutazioni che possono essere prese in considerazione, altre che non mi sento di condividere, valuteremo nel passaggio del Senato", ha detto il Guardasigilli Andrea Orlando, ma "sull'impostazione della prescrizione non credo si possa tornare indietro". "Credo sia sbagliato parlare di spaccatura nella maggioranza perché alla fine mi pare che il voto di astensione dimostra disponibilità a continuare il confronto", ha sottolineato il ministro della Giustizia esprimendo più un auspicio che una convinzione.

Oggetto del contendere con Ncd (ma anche Forza Italia) in particolare proprio l'articolo 1 del testo licenziato che allunga la prescrizione su determinati reati (modifiche agli articoli articoli 318, 319 e 319 ter del codice penale). Questo articolo è passato nonostante l'astensione dei deputati vicini al ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Poco prima infatti erano stati bocciati con 337 voti contrari gli emendamenti identici Ncd-Fi per la soppressione dell'articolo stesso. Ma la vera battaglia sarà al Senato e la possibilità che la norma sulla prescrizione finisca “prescritta” o meglio disattivata negli effetti esiste ed concretissima.