Non sarà per l’Europa una crisi di prossimità, ma i 2,4 milioni di sfollati in Yemen sono tragedia globale

Mentre la questione profughi scoppia in Europa e il focus è solo sulle tragedie di prossimità, vi sono tragedie bibliche che stanno avvenendo in zone del mondo più remote. Oggi le ripercussioni sulla realtà europea sono meno evidenti, ma il futurio potrebbe rivelare sorprese spiacevoli. Una di queste vicende che si inquadra comunque nella crisi profonda tutta interna al mondo islamico è il conflitto nello Yemen. Dopo quasi un anno di conflitto nello Yemen, oltre 2,4 milioni di persone sono state costrette alla fuga a causa dei combattimenti, alcuni dei quali in aree difficili da raggiungere. Inoltre, la situazione è destinata a peggiorare, in presenza di condizioni umanitarie e socio-economiche sempre più degradate e senza che vi sia all’orizzonte alcuna soluzione politica. La cifra di 2.430.178 sfollati interni in Yemen viene riportata nell'ultimo rapporto di una speciale task force sugli spostamenti della popolazione, guidata congiuntamente dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e dall'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) come parte della risposta umanitaria alla crisi in Yemen, che si è intensificata verso la fine di marzo del 2015.
Anche se in leggero calo rispetto ai 2,5 milioni di persone sfollate segnalati dall'ultimo rapporto della task force pubblicato nel mese di dicembre (a causa di una migliore metodologia e del numero di rimpatriati identificati nel sud del paese), - spiega l’UNHCR – il numero di persone sfollate all'interno dello Yemen rimane incredibilmente elevato e fonte di grave allarme. Le cifre svelano anche il volto umano del conflitto, con continue sofferenze e l’aumento delle esigenze delle persone coinvolte.
Secondo UNHCR e OIM è “fondamentale mantenere aperto l'accesso umanitario per garantire l’erogazione di servizi essenziali. Si invitano caldamente tutte le parti in campo a consentire quanto meno l'accesso umanitario alle zone più duramente colpite, dove si trovano la maggior parte degli sfollati. Ciò è realizzabile, come dimostrato lo scorso mese, quando gli aiuti sono stati consegnati a Taizz”.
L'ultimo rapporto mostra che i livelli di esodo forzato sono più elevati nelle zone in cui il conflitto si è intensificato, in particolare nei governatorati di Taizz, Hajjah, Sana'a, Amran, e Sa'ada, che insieme raccolgono il 68 per cento di tutti gli sfollati interni in Yemen.
Taizz, dove parti della città sono sotto assedio da diversi mesi, vanta il maggior numero di sfollati interni (555.048 individui, pari al 23 per cento), seguita da Hajjah (353.219), Sana'a (253.962), Amran (245.689) e Sa'ada (237.978). Inoltre, Sa'ada, Sana'a e Amran hanno il rapporto più elevato tra persone sfollate e comunità locale; rispettivamente il 33, il 21 e il 20 per cento.
L'ultimo rapporto, sulla base dei dati disponibili fino al 31 gennaio, mette in evidenza la continua sofferenza umana di chi è costretto a fuggire dalle proprie case in una disperata ricerca di sicurezza, spesso senza averi e trovandosi di sovente in aree in cui anche i servizi più elementari sono stati compromessi a causa del conflitto.
Nella maggior parte dei casi gli sfollati cercano rifugio presso parenti e amici, in scuole, edifici pubblici o abbandonati, rifugi di fortuna - o all’addiaccio, con poca o nessuna protezione. Nonostante le restrizioni all'accesso umanitario e le limitazioni per la sicurezza, organizzazioni come l'UNHCR e l’OIM hanno consegnato articoli per le case e alloggi di emergenza a oltre 740mila sfollati interni.
Il piano di risposta umanitaria in Yemen, lanciato a Ginevra il mese scorso, cerca di raccogliere 1,8 miliardi di dollari da distribuire a oltre 100 partner umanitari in modo da permettere loro di fornire assistenza essenziale e volta a salvare la vita a 13,6 milioni di persone in condizioni di necessità. Attualmente solo il 2 per cento è finanziato.