Nessuno chiama più i figli Benito, Adolfo o Monica. Presto ad andare in disuso sarà anche il nome “Matteo” e spunterà quello nuovo “Vitalizio”

Nome Matteo a rischio? Forse, il futuro ci dirà quanto le vicende politiche degli ultimi anni e mesi influenzeranno negativamente la vita degli italiani come accaduto in passato e come, analizzando l'aumento della povertà, la divaricazione della forbice fra le classi sociali, la regressione pesantissima sul terreno dei diritti e delle protezioni sociali, le responsabilità di taluni personaggi verranno riconosciute come tali. Un nome che sembra già avviarsi vero l'oblio è quello di Silvio, ma per un caso davvero curioso due dei personaggi politici che più stanno modificando, in continuità con il primo, la vita degli italiani si chiamano Matteo e questo fatto rischia di rafforzare l'archiviazione di questo nome da parte degli italiani che difficilmente lo scriveranno in futuro nel registro dell'anagrafe di nascita. Se diverrà sinonimo infausto, come temiamo, lo dirà la storia prossima ventura, mentre la cronaca l'ha già dimostrato. Di certo oggi il primo Matteo può vantarsi (come del resto fa) di avere disintegrato la storia politica di quella che era la sinistra storica italiana, rottamando con la classe dirigente, anche i diritti di milioni di persone. Il secondo sta attuando qualcosa perfino di peggio, sta facendo ripiombare sugli italiani, con la sua ossessione ai limiti del patologico sui migranti, l'ingiuria di essere considerati dal mondo in odore di razzismo e guarda caso, ricorsi beffardi della storia, lo sta facendo ad 80 anni esatti (14 luglio del 1938) dalla pubblicazione del Manifesto degli scienziati razzisti (meglio noto come Manifesto della Razza). Ricordiamo anche come effetto diretto di quel "Manifesto" furono le leggi razziali che espulsero gli ebrei dalle scuole italiane, come oggi qualcuno tenta di fare con gli "stranieri". Basti pensare al caso della Sindaca di Monfalcone che anziché aumentare il numero delle classi della materna per coprire la richiesta delle famiglie, ha deciso di inventarsi le percentuali di italianità per classe espellendo dall'istruzione 6o bimbi stranieri e trovando in questo il plauso del suo Matteo preferito. Ma tornando ai nomi, bisogna dire che ve ne sono altri, se pur non vietati dalle norme come quelli che possono ledere la dignità del nato, che non vengono più scelti dai genitori perché evocativi di fatti e disastri del passato, più o meno recenti. Viene segnalato ad esempio un calo dell'utilizzo del nome Monica dopo la vicenda Lewinsky, nota a livello planetario per la “relazione” intercorsa con il presidente degli Usa Bill Clinton emersa nel cosiddetto sexgate. Ma gli esempi massimi di estinzione dei nomi, nel secolo scorso, non erano di gossip, furono quelli tragici legati alle dittature nazifasciste. Basti pensare che negli anni ’30 in Italia erano tantissimi i bambini che venivano chiamati Benito, ovviamente in omaggio a Mussolini, ma erano tanti anche gli Adolfo. Nomi che oggi si sentono sempre meno e per ovvi motivi. Dopo la fine del fascismo il nome Benito è lentamente caduto in disuso, essendo troppo legato alla figura del dittatore, un po’ come è capitato con il nome Adolf in Germania. Ed anche il patetico tentativo nel 2008 dell'allora Movimento sociale-fiamma tricolore di dare soldi a chi chiamava Benito un proprio figlio, non sortì gli effetti sperati dai promotori. Vale la pena ricordare quell'episodio anche perchè, oggi, molti degli eredi di quella scelta sono all'interno o collaterali all'attuale maggioranza di governo. Era, come già detto, il 2008, novembre 2008, “era” governo Berlusconi (8 maggio 2008 - 16 novembre 2011) e il Movimento sociale-Fiamma Tricolore offrì 1.500 euro in contanti a chi chiamava i propri figli, in cinque piccoli comuni in provincia di Potenza a rischio spopolamento, Benito o Rachele. La notizia, più curiosa che dai reali effetti, esplose quando il sito della Bbc mise una foto di famiglia di Mussolini facendo notare che i nomi Benito e Rachele erano usati ormai di rado in Italia e raccontando l'episodio del contributo offerto dal Partito di destra che da parte sua, sottolineava che la sua mossa, ma non ci credette nessuno, «non ha nessuna connotazione fascista o razzista», anche se poi nella medesima nota, insiste che non basta la residenza ma che «almeno uno dei due genitori sia italiano». Il contributo di 1.500 euro di Ms-Ft verrà dato «a condizione che i certificati di nascita dimostrino che siano effettivamente stati dati i nomi di Benito o Rachele». Pare che molto pochi siano stati i bambini beneficiari del contributo, ma in realtà ancora oggi qualcuno a livello nazionale dà quel nome ai propri figli, difficile che si tratti solo di nostalgici, più probabile che i motivi siano legati all’usansa di dare ai neonati i nomi dei nonni. Così potrebbe essere nei prossimi tempi per il nome Matteo e non ci meraviglieremmo se il futuro ci riservasse un incentivo per i nuovi nati a cui imporre quel nome, visto il comune delirio di onnipotenza che sembra pervadere i due politici apparentemente così diversi ma in realtà cosi eguali. In questo caso potrebbe perfino nascere come provvedimento by partisan al quale si potrebbe aggiungere il nome “Beppe” in una logica di par condicio, anche se il M5s potrebbe optare per imporre nella logica del cambiamento un nuovo nome ai figli delle stelle: “Vitalizio” .