Nella “guerra del vino” l’Italia straccia la Francia

La eterna diatriba tra i vignaiuoli francesi e quelli italiani, dopa una lungo e sofferta (per noi) dominazione a favore dei cugini d'oltralpe, sembra si sia risolta a favore degli italiani. Infatti dopo averli superati come principale produttore mondiale di vino, adesso i francesi si affidano a noi anche per salvare le loro produzioni di alta qualità. Un autentico doppio smacco che deve essergli costato non poco...

Il team nostrano di Marco Simonit, infatti, dopo aver salvato il "leggendario" Château d'Yquem, è stato chiamato ad altri salvataggi con tanto di baguette sotto l'ascella: Château Latour, Premier Gran Cru Classé, uno dei più prestigiosi e preziosi vini al mondo e Moët&Chandon, la casa di Champagne tra le più famose al mondo.

Non avendo cure efficaci contro le malattie del legno (mal d'esca ed altre), Château Latour ha deciso di puntare deciso sulla prevenzione e li ha chiamati come consulenti, dal momento che il metodo Simonit&Sirch è volto rendere le viti meno vulnerabili, con una struttura legnosa più integra ed efficiente, grazie a una potatura mirata che riduce l'impatto devastante che hanno i tagli sul sistema linfatico delle piante.  "Abbiamo individuato tecniche di potatura meno invasive che lo stanno evolvendo, pur nel rispetto della tradizione – racconta Simonit -. Il tutto, ovviamente, viene condiviso con la direzione e i tecnici dell'azienda".

In Francia altre 7 importanti e conosciute Maisons si sono affidate quest'anno ai Preparatori d'Uva per la formazione e il tutoraggio dei propri potatori: il Premier Grand Cru Classé Château Ausone, i Grand Cru Classé Château Pape Clement, Château Carbonnieux, Château Yon-Figeac, Château de Fieuzal, il Second Grand Cru Classé Château Rauzan-Gassies, il Quatrieme Grand Cru Classé Château Marquis de Terme. Come dire, la creme de la creme... Questi vanno ad aggiungere alle 17 che il gruppo già segue fra Bordeaux, Champagne e Provenza.