Nel 2018 l’e-commerce italiano vola a quota 87 miliardi di euro (+220%)

C'è uno spettro che si aggira per l'Europa, anzi per il mondo, è il fantasma della web-economy che molto di più di quello di antica memoria finirà per destabilizzare il sistema economico partendo da quello commerciale. Una paura reale che, alla lunga, gli effetti negativi siano più di quelli positivi. Del resto questo già avviene in maniera rilevante e alla fine, se non si trova un equilibrio, la web economy potrebbe avere effetti anche sulla grande distribuzione esattamente come questa l'ha avuta nel recente passato nei confronti del piccolo commercio. Già analizzando i dati italiani l'e-commerce vale oggi 87 miliardi di euro, pari al 4,7% del pil. A metterlo in evidenza è il portale AJ-Com.Net specializzato in campagne di comunicazione e web marketing che spiega che l'e-commerce italiano prosegue la sua crescita anche nel 2018 con un valore degli acquisti online che, includendo l'indotto, arriverà a sommare 87 miliardi di euro, facendo segnare un +220% rispetto allo scorso anno. Una linea di crescita enorme che se dovesse proseguire così segnerà negli anni, per la web-economy, un valore sempre maggiore rispetto ai settori economici tradizionali con conseguenze impensabili anche sui livelli occupazionali. Ed è questo l'elemento più pericoloso paradossalmente per la stessa web economy, perchè con crisi occupazionale, dato che il web non assorbirà la forza lavoro "liberata" dall'economia tradizionale, saranno centinaia di migliaia le persone che avranno assenza di reddito e che non potranno più comprare nulla, ne in maniera tradizionale ne per “corrispondenza”. Inoltre in assenza di regole fiscali certe la ricaduta sul bilancio dello Stato, dato che come è noto le grandi piattaforme web eludono brillantemente le tasse pagandole nei paradisi fiscali provocherà u impoverimento generale. Prospettive da incubo che potranno scuotere alla base la stessa struttura globale dell'economia se si considera che nel 2020 addirittura un terzo della popolazione planetaria utilizzerà i canali digitali per fare acquisti. Una soluzione parziale potrebbe essere quella di far passare gli acquisti di prodotti attraverso l'indotto, insomma prodotti scelti online ma acquistati poi fisicamente nei negozi tradizionali.
Cosa spinge a comprare online? «I motivi sono tre: il prezzo più vantaggioso, la comodità di acquisto e la maggiore varietà di scelta offerta dal web» rispondono i responsabili di AJ-Com.Net.
E in questo comparto dell'economia, l'Italia si conferma come il più importante hub del digitale in Europa, con tassi di crescita che sono sorprendenti.
Secondo quanto osserva AJ-Com.Net la domanda dell'e-commerce è trainata prevalentemente dal settore del turismo (18 miliardi di euro previsti per il 2018), informatica ed elettronica (7,8 miliardi), advertising e marketing (7,6 miliardi), abbigliamento (5,9 miliardi), food e beverage (3,9 miliardi), arredamento (3,8 miliardi), assicurazioni (2,7 miliardi di euro), editoria (1,8 miliardi di euro), auto e ricambi (1 miliardo) e beauty ( 0,8 miliardi).