Natale a casa per Livio Bearzi, il preside del Convitto dell’Aquila oggi scarcerato. L’uomo era l’unico in cella per il crollo del convitto a seguito del terremoto nel quale morirono tre studenti

Livio Bearzi, il preside detenuto per il crollo del convitto scolastico Domenico Cotugno a L’Aquila nel 2009 al cui interno morirono tre studenti, è stato scarcerato. A darne notizia è stato il suo legale, avvocato Stefano Buonocore, precisando che gli è stato concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali in via provvisoria. L’uomo era stato condannato a 4 anni con sentenza definitiva della Cassazione per l’omicidio colposo dei tre studenti e per lesioni ad altri due, per “aver omesso di valutare l’enorme pericolo incombente” sul convitto che il 6 aprile del 2009 crollò come fosse di sabbia. La decisione di scarcerare il preside è stata presa dal magistrato di Sorveglianza di Udine, in attesa dell’udienza del Tribunale di Sorveglianza di Trieste, fissata per l'aprile prossimo. Bearzi deve scontare 4 anni con pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Gli vengono contestati la mancata ristrutturazione del vecchio edificio del Convitto (costruito nell’800) e l’assenza di un piano per la sicurezza. A favore della scarcerazione di Bearzi si sono pronunciati in molti sia a livello nazionale che nella città di Udine. Un appello in tal senso è stato rivolto nei giorni scorsi da decine di parlamentari al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra le personalità che hanno chiesto la grazie di Bearzi ci sono anche la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, ex presidente della Provincia de L’Aquila, la vicesegretaria nazionale del Pd e governatrice del Fvg Debora Serracchiani, ma anche organizzazioni come il sindacato dei dirigenti scolastici Confedir e l’Ordine degli Avvocati di Udine.