Migranti, ancora un naufragio, questa volta nell’Egeo. Nove morti, tra cui sei bambini

 

Sono morti in nove, sei di loro erano bambini. Sono morti dopo che il motoscafo sul quale viaggiavano è affondato al largo delle coste turche mentre tentavano di arrivar in Grecia o forse qualche altro approdo europeo. L'approdo più vicino sarebbe stato la piccola isola greca di Kastellorizo, di fronte alla cittadina turca di Kas, ma in base a quanto si è appreso, dall'agenzia di stato turca, Anadolu, il motoscafo ha registrato un'avaria nel distretto di Demre, nel golfo di Antalya, luogo molto frequentato dai turisti. Cinque persone sono state tratte in salvo e una è tuttora dispersa, le vittime certe sono due uomini, una donna e sei bambini. Le identità e le nazionalità delle vittime non sono state rese note. Nel 2015 erano stati più di un milione i profughi siriani che avevano raggiunto la Grecia passando dalla Turchia, ma l'anno successivo un accordo dell'Ue con Ankara per i rimpatri dei migranti irregolari ha drasticamente ridotto gli sbarchi nelle isole greche dell'Egeo (meno di 11mila nei primi cinque mesi del 2018).

Dall’inizio dell’anno, i migranti recuperati invece nel Mediterraneo centrale e sbarcati in Italia (prevalentemente in Sicilia) sono 13.430, il 77,7% in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Oggi a Pozzallo, a sud est della Sicilia, nel Ragusano, uno dei porti di sbarco più affollati,  il terzo dopo Messina e Augusta, è atteso il neo ministro dell’Interno, Salvini. Quest’ultimo  ha dichiarato ieri che mentre gli stranieri con regolare permesso di soggiorno «non hanno nulla da temere», per gli altri «è finita la pacchia». Oggi la terribile notizia di persone che continuano a morire in mare, partiti da paesi in cui la situazione è talmente drammatica che anche l’ipotesi di perdere la vita diventa l’unica possibilità. E su questo il neo ministro degli Interni dovrà comunque spiegare come fare a distinguere, prima degli sbarchi,  coloro che necessitano sempre dell’aiuto internazionale e quelli a cui, appunto, ha attribuito il termine “pacchia” rispetto alla necessità della migrazione. Ieri sera il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, che pare non fosse stato ufficialmente informato della visita ministeriale ha dichiarato: «Fino a quando ne arriveranno - dice - noi continueremo a dare assistenza ai migranti che, in massima parte, sono povera gente, donne, bambini, che hanno bisogno di aiuto».