Mea culpa del Fisco: i limiti ai prelievi di soldi sono inutili

Il limite del contante a mille euro è stato un flop per lo Stato e una grossa rottura di scatole per i cittadini, almeno per quelli onesti. Per tutti gli altri, invece, non ha mai fatto nessuna differenza. Una conferma in tal senso giunge dai massimi livelli dello Stato stesso, cioè dagli stessi palazzi da cui tale norma è stata pensata, emanata e imposta. Infatti, secondo una recente dichiarazione congiunta del viceministro dell'economia e delle finanze Luigi Casero e del vicedirettore del fisco, Marco Di Capua, trasmessa dal piccolo schermo, l'imposizione di tale limite alla circolazione del contante non ha prodotto gli effetti sperati. Per nulla.

Governo e amministrazione finanziaria, dunque, fanno pubblica ammenda e confessano che la norma introdotta dal governo Monti col decreto legge 201/2011 (divieto di effettuare pagamenti oltre i mille euro) è risultata una emerita... sciocchezza. D'altronde non serviva una laurea alla Bocconi per capire che un vincolo di questo tipo non avrebbe mai potuto essere un deterrente efficace contro l'utilizzo dei pagamenti in nero, pratica che per sua stessa natura, sfugge a qualsiasi tipo di controllo a valle. L'unica vera arma, anche in questo caso, è la prevenzione a monte: offrire alla controparte (colui che paga per la prestazione) una reale motivazione per dichiarare il pagamento rifiutando versamenti in nero che sfuggono al fisco. Un esempio: la possibilità di detrarre tutta una serie di spese, alla stregua di quanto succede già per le imprese, altrimenti di difficile controllo: spese mediche, dentistiche, viaggi, ecc.

Adesso che tutti sappiamo che il provvedimento è inutile, a qualcuno verrà in mente di rimuovere un impedimento ufficialmente senza senso e inutilmente limitativo della libertà di utilizzare i propri soldi da parte dei cittadini onesti?

Scriveteci per farci sapere la vostra opinione in merito.

(G.S.)