Mattarella: il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la dichiarazione "Iniziativa per una maggiore ambizione climatica" con altri Capi di Stato e di Governo, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP 24) in programma, dal 3 al 14 dicembre prossimi, nella città polacca di Katowice.
La dichiarazione – resa nota oggi dall’Ufficio Stampa del Quirinale – è stata siglata da Mattarella e dai colleghi Alexander Van der Bellen (Austria), Nicos Anastasiadis (Cipro), Sauli Niinistö (Finlandia), Frank-Walter Steinmeier (Germania), Prokopios Pavlopoulos (Grecia), Janos Áder (Ungheria), Guðni Th. Jóhanneson (Islanda), Michael D. Higgins (Irlanda), Raimonds Vejonis (Lettonia), Dalia Grybauskaitè (Lituania), Marcelo Rebelo de Sousa (Portogallo), Borut Pahor (Slovenia), Alain Berset (Svizzera), Mark Rutte (Paesi Bassi) e Stefan Löfven (Svezia).
Questo il testo.
I punti dell'iniziativa per una maggiore ambizione climatica:
Il cambiamento climatico è la sfida chiave del nostro tempo. La nostra generazione è la prima a sperimentare il rapido aumento delle temperature in tutto il mondo e probabilmente l'ultima che effettivamente possa combattere l’imminente crisi climatica globale.
Gli effetti del cambiamento climatico sono ben documentati e si avvertono ovunque nel mondo: il drammatico aumento di ondate di calore, inondazioni, siccità e frane, lo scioglimento dei ghiacciai e l'innalzamento del livello dei mari. Carenze di risorse idriche e crisi dei raccolti sono solo alcuni dei risultati immediati di questa situazione, che ha un impatto devastante sugli esseri umani riducendoli alla fame o obbligandoli a migrare. Quest’estate, anche in Europa, abbiamo avvertito gli effetti immediati di tale stato di cose: ondate di calore e incendi hanno devastato vaste aree dalla Grecia al Circolo Polare Artico causando la morte di decine di donne, uomini e bambini, ed eliminando - per altri – la possibilità di sostenersi.
Nel secolo scorso, la temperatura media globale è già aumentata di circa 1 grado Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Questo aumento non ha precedenti nella storia dell'umanità.
La crisi climatica è una preoccupazione per tutti noi. Il riscaldamento globale è d’ostacolo all'economia globale. Minaccia diversi settori, tra cui agricoltura, silvicoltura, turismo, energia e risorse idriche e, inevitabilmente, rappresenta una seria minaccia per la pace e la stabilità in tutto il mondo.
Tre anni fa, il 12 dicembre 2015, il mondo è stato testimone di un grande momento di speranza e di fiducia: alla COP 21, la comunità internazionale ha adottato un accordo storico- l'Accordo di Parigi - con l'obiettivo di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, mantenendo l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, e proseguendo gli sforzi per limitare l'aumento della temperatura entro 1,5 gradi Celsius. Nell’ambito dell'accordo raggiunto a Parigi, la COP 21 ha invitato il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) a preparare una relazione speciale sulla limitazione dell'innalzamento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius.
Tre anni dopo, in vista della COP 24 in Polonia, la valutazione del Panel è chiara: il rapporto dell'IPCC sull'impatto di un riscaldamento globale pari a 1,5 gradi Celsius conferma inequivocabilmente che stiamo già osservando le ricadute negative dei cambiamenti climatici; inoltre, dimostra chiaramente le vulnerabilità, l’impatto e i rischi di un ulteriore riscaldamento globale per l’uomo e la natura, inclusa la possibilità di perseguire uno sviluppo sostenibile e raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
Le attuali misure adottate dalla comunità internazionale, espresse in contributi nazionali (NDC) per l'accordo di Parigi, non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi a lungo termine stabiliti nell'accordo stesso. Bisogna fare di più e l'azione deve essere rapida, decisiva e congiunta.
Noi, Capi di Stato e di Governo firmatari di questa dichiarazione, siamo convinti che efficaci misure per la lotta ai cambiamenti climatici non siano solo necessarie di per sé, ma anche che queste creeranno ulteriori benefici collaterali e nuove opportunità per le nostre economie e società. Siamo convinti che l’adozione di misure sostanziali ci aiuterà a guidare il nostro pianeta verso un futuro sicuro, pacifico e prospero.
Sulla COP 24 in Polonia grava una particolare responsabilità. A Katowice le parti, ai sensi dell'accordo di Parigi, concorderanno il piano d’azione futuro. Ciò riguarda non solo la definizione dei contributi nazionali (NDC) per il 2025 e il 2030, ma anche l’enunciazione degli obiettivi a lungo termine, che costituiscono un impegno condiviso tra tutti i membri dell'accordo, al fine di conseguire sia una transizione globale
verso bassi livelli di emissioni di carbonio e verso la resilienza climatica, passando da fonti energetiche fossili a energie rinnovabili; sia il conseguimento, entro la seconda metà del secolo, di un equilibrio tra emissioni e assorbimento del carbonio.
Sulla base delle competenze scientifiche e tecniche e dei mezzi finanziari che il mondo oggi possiede, abbiamo l'obbligo collettivo nei confronti delle generazioni future di fare tutto ciò che è umanamente possibile per fermare i cambiamenti climatici e per rispondere ai loro perniciosi effetti.
Facciamo appello alla comunità internazionale e a tutte le parti dell'accordo di Parigi: agiamo insieme, in modo deciso e rapido per fermare la crisi climatica globale.
Chiediamo che la COP 24 di Katowice si chiuda con un risultato positivo, che dia vitalità all'accordo di Parigi attraverso l'adozione di norme operative dettagliate e di linee guida su tutti gli elementi del Programma di Lavoro previsto nell’accordo stesso.
Invitiamo tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo nel processo di dialogo di Talanoa e a rivedere i propri contributi nazionali (NDC) alla luce dei risultati della relazione speciale dell'IPCC, al fine di aggiornare i rispettivi contributi entro il 2020, incrementando così il livello globale di ambizione nell’affrontare la sfida climatica.
Esortiamo inoltre tutte le parti, alla luce degli obiettivi di lungo termine previsti nell'accordo di Parigi e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), a formulare e comunicare, al più tardi entro il 2020, le proprie strategie di sviluppo sulle emissioni di gas a effetto serra, valide sino alla metà del secolo e per il periodo successivo.
Cogliamo le molteplici opportunità che le misure per combattere i cambiamenti climatici comportano e plasmiamo un futuro positivo per il nostro pianeta. Lasciamo in eredità ai nostri figli e alle generazioni future un mondo degno di essere vissuto”.