Mano tesa della Merkel: maglie più larghe nell’Ue

L’ondata euroscettica (Polonia, Spagna con “Podemos”, Francia e Italia col populismo della Le Pen e di Salvini, Stiria e il piccolo Burgenland in Austria con la ‘risurrezione’ del partito di Haider e l’incubo di una svolta a Destra nelle Politiche in ottobre), il referendum inglese all’inizio del 2017 e la crisi greca. Tutto ciò imponeva una svolta: maglie più larghe nell’Ue, maggiori poteri agli Stati membri, ma più unità nel nucleo più forte, quello dell’eurozona (il recente ‘no’ francese alle quote per i migranti contro il ‘sì’ tedesco ha segnato uno scollamento). Il realismo della Merkel è puntualmente emerso in quanto l’Ue non si può permettere l’uscita della Grecia e tantomeno quella, eventuale, degli inglesi, che sarebbe un colpo mortale per la Comunità.

Ecco quindi la mano tesa della Cancelliera, in particolare al Premier britannico Cameron: appunto un doppio binario, con riforme che dovranno eliminare l’eccessivo centralismo di Bruxelles e il suo eccesso di burocrazia. In una parola: decentrare non è più un tabù.

La nuova linea prevede trattative per riformare i trattati esistenti, troppo cogenti per gli Stati membri, la delega di gran parte dello spazio decisionale a questi (non la chiedevano soltanto i Paesi con forti partiti populisti, ma la rivendicava la stessa Olanda), però, nello stesso tempo, cambiamenti da introdurre nell’eurozona per renderla più efficiente e integrata.

Una chiara apertura della Germania in particolare al Premier inglese Cameron per permettergli, prima del referendum sull’eventuale divorzio inglese, di ridurre l’euroscetticismo dei nostalgici dell’indipendenza di Londra. Sul Tamigi non c’è soltanto il ‘no’ alle quote dei migranti, ma anche l’esigenza della City di non esser danneggiata dalle regole che l’Ue potrebbe imporre su banche e mondo della finanza e quindi vorrebbe riportare in patria poteri di decisione che oggi stanno a Bruxelles.

Ma la nuova linea della Merkel, se da una parte apre la strada a un’Europa a due velocità, dall’altra vuole cementare il nucleo forte. Le due strade (più uniti nell’eurozona, ma più larghi nell’Ue) si incrociano comunque a Berlino. Come sempre.

Augusto Dell’Angelo

Augusto.dell@alice.it