Il male del mondo sul viso di Giulio, così i genitori di Regeni in Senato

“In obitorio ho riconosciuto Giulio solo dalla punta del naso, non vi dico quel che gli hanno fatto”. Hanno fatto venire i brividi a i presenti e a chi era collegato con la sala Nassiria del Senato le parole di Paola Regeni, la madre del ricercatore friulano ucciso dopo atroci torturei e sulla cui vicenda si chiede la verità. “Sul viso di Giulio ho visto il male del mondo e mi sono chiesta perché tutto il male del mondo si è riversato su di lui” ha spiegato Paola Regeni davanti alla stampa riunita a Roma chiamata dal Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione per i diritti umani. “Il nostro è un dolore necessario, quello che è successo a Giulio non è un caso isolato”, ha spiegato Paola Regeni con la voce ferma di chi è determinato ad avere l’ufficialità di una verità negata che in realtà è sotto gli occhi di tutti. Parole ferme e chiare di chi probabilmente ha esaurito le lacrime ma non demorde, non vuole che la morte di quel giovane brillante ricercatore finisca nell’oblio. Oltre Paola era presente anche il papa di Giulio, Claudio Regeni, presente anche il legale della famiglia, Alessandra Ballerini, il portavoce di Amnesty international Italia, Riccardo Noury e come detto in apertura il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione diritti umani del senato. La conferenza stampa è stata indetta per contrastare la versione diffusa il 25 marzo scorso dalla procura egiziana, i genitori e il legale della famiglia di Regeni avevano deciso di mostrare l’immagine del ragazzo ucciso e torturato al Cairo. Una foto della salma scattata dai genitori una volta che il corpo è arrivato a Roma. In seguito alla mobilitazione dell’opinione pubblica italiana per chiedere verità sulla morte di Regeni, poi la famiglia ha cambiato idea sulla diffusione della foto. Paola Regeni, la madre del ragazzo, ha raccontato che in un primo momento i genitori, consigliati dalle autorità egiziane, avevano deciso di non vedere la salma, ma poi, una volta portato all’obitorio di medicina legale dell’università di Roma, i genitori hanno deciso di affrontare il riconoscimento del ragazzo.
“L’ultima immagine che abbiamo di Giulio è quella che conoscono tutti: quella di un ragazzo aperto e solare”, ha raccontato Paola Regeni. “Un’immagine che non ha niente a che fare con il volto restituito dall’Egitto: un volto piccolo, piccolo, piccolo. Forse l’unica cosa che ho ritrovato di lui all’obitorio è la punta del naso. Non avrei mai pensato di doverlo riconoscere dal naso”, ha detto Paola Regeni gelando letteralmente i presenti con un immagine virtuale decisamente più efficace di quella che avrebbero potuto mostrare. “Se ci riferiamo a quel che è accaduto, e cioè alle torture subite da un cittadino italiano, allora è probabilmente un caso isolato. Ma altrimenti non lo è affatto poiché gli stessi amici di Giulio, la parte amica dell’Egitto, ci hanno detto che lo hanno torturato e ucciso come un egiziano”. I genitori di Regeni hanno confermato che Giulio era sereno al momento della partenza per l’Egitto. “Era in un momento particolarmente felice della sua vita”, ha detto il padre di Regeni. Raccontando ai giornalisti il suo stato d’animo, la madre di Regeni ha detto: “Non mi viene da piangere, ho una specie di blocco. Quello che mi tormenta, notte e giorno, è immaginare il momento in cui Giulio, che era un ragazzo estremamente intelligente, ha capito che quella porta non si sarebbe più aperta”. “Se il 5 aprile sarà una giornata vuota, ci attendiamo una risposta forte da parte del nostro governo”, ha detto la madre di Regeni, parlando dell’incontro tra procura egiziana e italiana prevista per martedì prossimo. La morte di Giulio, ha concluso la donna, “non è dovuta al morbillo o alla varicella. Forse le sue idee non piacevano?”.