L’UNICEF CHEDE MAGGIORE PROTEZIONE PER I BAMBINI RIFUGIATI E MIGRANTI CHE ARRIVANO IN EUROPA

Mentre l’Unione Europea si prepara a discutere le regole che disciplinano le richieste delle persone in cerca di protezione in Europa, l’UNICEF chiede di dare massima priorità agli interessi e ai diritti dei bambini.
Nei prossimi giorni, i 28 Stati membri dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo inizieranno ad esaminare una bozza di proposta redatta dalla Commissione Europea per riformare il cosiddetto Regolamento di Dublino. Le nuove norme determineranno quale Stato è responsabile di esaminare una richiesta di protezione internazionale che si stata presentata in uno qualsiasi degli Stati dell’Unione Europea.
Il dibattito continua, in un momento in cui la crisi dei rifugiati e dei migranti ha sottoposto a grande pressione l’esistente sistema di asilo dell’Europa e ha lasciato in sospeso il destino di oltre 400.000 bambini che hanno richiesto asilo in Europa tra gennaio e novembre 2015.
"Questa discussione rappresenta un’opportunità per rafforzare le salvaguardie vitali cui hanno diritto, secondo il diritto internazionale, i bambini che cercano asilo in Europa", ha dichiarato Noala Skinner, direttore dell’Ufficio UNICEF di Bruxelles. "Bisogna dare priorità alla protezione dei bambini, affinché il sistema comune di asilo dell’Europa sia umano, giusto e efficiente".
L’UNICEF richiede di prendere decisioni tempestive per contrastare l’esposizione dei bambini a rischi: stando all’attuale regolamento di Dublino, tra l’arrivo di un bambino e il suo trasferimento in uno Stato che prenderà in esame la sua richiesta possono trascorrere 11 mesi. Un processo così lento può ostacolare la riunificazione familiare ed esporre i bambini a diversi rischi. L’UNICEF raccomanda un tempo massimo di 3 mesi.
L’agenzia Onu chede inoltre di condividere rapidamente le informazioni: gli Stati dovrebbero assicurare ad ogni bambino – che sia accompagnato o meno da un membro della famiglia – di ricevere tempestivamente (in 72 ore) informazioni sul diritto a richiedere protezione internazionale e su come poterlo fare.
Ed ancora per l’UNICEF l’Europa dovrebbe armonizzare l’applicazione del principio del "superiore interesse" per ogni bambino non accompagnato e separato: tutti gli Stati dovrebbero applicare gli stessi criteri (come il benessere e la sicurezza dei bambini) quando prendono in considerazione il loro futuro. L’ascolto dei bambini dovrebbe essere garantito durante tutto il processo.
L’UNICEF chiede infine di garantire una maggiore disponibilità di risorse e di personale qualificato per assicurare che i tutori siano immediatamente nominati per proteggere, guidare e sostenere adeguatamente un minorenne non accompagnato o separato, e di utilizzare comunità alternative alla detenzione: nessun bambino dovrebbe essere detenuto in attesa: del trasferimento in un altro stato, della nomina di un tutore o della ricerca di una sistemazione appropriata. L’UNICEF raccomanda l’utilizzo di sistemazioni non detentive e alternative basate sulle comunità per i bambini e le famiglie che chiedono protezione internazionale.
È possibile sostenere la campagna UNICEF "Bambini in pericolo. Non è un viaggio. È una fuga" con donazioni su www.unicef.it/bambininpericolo.