Lulù e Valentina, oggi sarebbero alla Berlina

valentina-guido-crepaxLa mostra “50 anni di Valentina, di Linus e di Milano”, allestita alla galleria Nuages, in via del Lauro, 10 nella capitale dell'Expo, è in dirittura d'arrivo. Chiuderà, infatti, il 25 luglio.

Osservando le 120 tavole originali più care a Guido Crepax, creatore di Valentina Rosselli alla quale dedicò ben 2600 disegni lasciati alla storia come vere icone, ci siamo domandati: oggi, negli “avveniristici” anni Duemila, così lontani da quel 1965 che diede i natali al “caschetto nero”, una donna come Valentina, sogno erotico di tutti i ragazzoni ormai sessantenni, simbolo dell'emancipazione femminile, donna lavoratrice (fotografa) autonoma economicamente, libera dai ricatti di un marito-padrone, amante dell'eros (vissuto con la naturalezza con cui si scarta un bacio Perugina), come sarebbe giudicata?
Una troia. Punto e basta.
Si perché non solo non siamo stati capaci di andare avanti di un solo passo, ma siamo addirittura tornati in dietro, più bigotti e intolleranti di un Hamish degli anni Cinquanta. Per non parlare dell'alto livello di misoginia tra gli uomini, sempre più insicuri e sempre più vittime di un complesso di inferiorità rispetto alle donne. E' vero che in situazioni di crisi e insicurezza sociale si tende a ritornare ai vecchi sacrosanti dettami, alle discipline severe ma rassicuranti dei tempi bui, abbracciando esotiche religioni, operando digiuni, purismi, veganismi o facendo figli per elevarsi allo stato di Sacra famiglia (comprandosi così un posto in paradiso), ma non si capisce perché le paure sociali debbano infierire così sulla sfera sessuale, soprattutto della donna.
valentian-crepax-3Perché se l'Is ci minaccia, la crisi economica ci riduce alla fame, l'ambiente è avvelenato, il nucleare è una spada di Damocle, le emigrazioni epocali ci travolgono, il Mediterraneo si riempie di cadaveri, le sole difese che mettiamo in atto sono puntare il dito contro il sesso “promiscuo”?
Questo resterà sempre un mistero.
Vero è che oggi, una donna come Valentina, che ama il buon sesso come il buon vino, non passerebbe indenne dal giudizio capitale e dall'ingiuria.
A pensarci bene, alla base di tutto potrebbe proprio esserci l'autonomia di pensiero e la libertà, conquiste sulle quali Crepax insistette per avere successo con il suo fumetto. valentina-1
Facendo una constatazione terra terra, infatti, le donne inconsciamente invidiano chi, diversamente da loro, può permettersi la libertà dai doveri familiari, ruoli sociali che alla lunga si rivelano trappole mortali; dal canto loro gli uomini disprezzano chi è immune dal loro ricatto, potendo dire “no grazie”.
Ecco che quando il maschio, lungi da essere in crisi di ruolo a causa i milioni di Valentine che ormai popolano il pianeta, si sentiva più macho, “possedendo” in casa una mogliettina tutta stiro e pappette, la donna di Crepax faceva tutt'altro che paura. Anzi: il prototipo della maschietta ribelle da sculacciare, la libertina sfacciata e sicura di sé, era quell'eccezione capace di mettere pepe al desiderio.
E lo dimostra il fatto che Valentina è, in realtà, “figlia” di Louise Brooks (alla quale Crepax si ispirò per il suo personaggio), passata alla storia come Lulù, donna in carne ed ossa, ballerina tedesca, attrice e scrittrice che, negli anni Venti, fu considerata icona della seduzione.

Lulù, che ispirò Crepax nel creare Valentina

Lulù, che ispirò Crepax nel creare Valentina

Insomma, è passato mezzo secolo da quando Valentina Rosselli fece la sua comparsa sulle pagine di Linus, vero apripista a una serie di glutei d'oro nel disegno e nella cinematografia italiana; mezzo secolo da quando una donna compiacente stuzzicava con successo il desiderio maschile, lusingando l'uomo senza promesse alcune, inafferrabile femme fatale, modello di emancipazione femminile ed eroina che alimentò le storie oniriche e i trip lisergici del tempo; eppure oggi, Valentina, se fosse in carne ed ossa sarebbe alla berlina.
Eppure, qualcuno potrebbe obiettare, anche la sua epoca era turbolenta e piena di incertezze, con il terrorismo e le contestazioni giovanili sullo sfondo.
E' vero, ma al tempo esisteva ancora la visione del futuro, e la voglia di migliorare.
Per farla breve, al tempo era difficile discernere tra sogno e realtà.