L’ostaggio italiano Giovanni Lo Porto è rimasto ucciso in raid Usa contro Al Qaida

Giovanni Lo Porto, l'italiano rapito da al Qaida nel 2012 in Pakistan, è stato ucciso durante un'operazione dell'antiterrorismo statunitense lo scorso gennaio al confine con l'Afghanistan. Di Lo Porto si sono completamente perse le tracce dal 19 gennaio 2012, quando scomparve nella provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa. L'uomo, 39 anni, si trovava nella regione per la ong Welt Hunger Hilfe (Aiuto alla fame nel mondo) e si occupava della costruzione di alloggi di emergenza nel sud del Punjab nell'ambito di un progetto di aiuti alle popolazioni ancora in difficoltà in seguito alla disastrosa alluvione del 2010. La notizia della morte del cooperante italiano è stata resa nota la Casa Bianca. Giovanni Lo Porto, esperto di collaborazione internazionale era di Palermo. Fu preso in ostaggio a pochi giorni dal suo arrivo in Pakistan. Da quanto è stato diffuso da fonti Usa, l’attacco era stato condotto da un drone della Cia. La Casa Bianca ha aggiunto che insieme a Lo Porto era rimasto ucciso un secondo ostaggio di al-Qaeda, lo statunitense Warren Weinstein. Nell’operazione è stato ucciso anche Ahmed Farouq, cittadino americano tra i leader di al Qaeda vero obiettivo del raid. "Ho parlato ieri (mercoledì scorso ndr), con il primo ministro italiano Matteo Renzi dell’uccisione dell’ostaggio Giovanni Lo Porto" ha detto Barack Obama in un messaggio video. "I nostri pensieri vanno alle famiglie di Warren Weinstein, americano prigioniero di al Qaeda dal 2011, e Giovanni Lo Porto, un cittadino italiano ostaggio di al Qaeda dal 2012", ha aggiunto o Obama. "Nessuna parola può esprimere appieno il nostro rammarico per questa terribile tragedia", ha poi affermato aggiungendo: "Voglio esprimere le più profonde condoglianze alla famiglia di Giovanni Lo Porto e a quella di Warren Weinstein. Come marito e come padre posso solo immaginare il dolore e l’angoscia che stanno provando le due famiglie" per la perdita dei loro cari.  "Come presidente e comandante, mi assumo  le responsabilità di tutte le operazioni antiterrorismo, compresa questa"."Il loro esempio sarà una luce per chi è rimasto" ha concluso il presidente Usa. Insomma una dichiarazione che è anche una assunzione di responsabilità  che al di là dell'episodio segna una bella differenza rispetto all'atteggiamento che avrebbe avuto la genericità dei politici italiani che, siamo certi, in un caso simile avrebbero trovato ogni parola per affibbiare la colpa a qualcun altro, alle intemperie, al guasto tecnico a un colpo di vento.  Con l'annuncio tristissimo della morte di Lo Porto e dopo la liberazione delle due giovani volontarie lombarde Vanessa Marzullo e Greta Ramelli rapite in Siria nel luglio scorso e poi liberate fra le polemiche, restano solo un italiano scomparso all'estero e del quale da tempo non si hanno più notizie, il gesuita romano padre Paolo Dall'Oglio. Sul sacerdote, 60 anni, rapito in Siria a fine luglio 2013, le ultime informazioni risalgono a non molto tempo fa, quando fonti siriane lo davano per detenuto in una delle prigioni dell'Isis a Raqqa. Una circostanza che non aveva trovato conferme da parte del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.