L’OMAGGIO A TINA MODOTTI DELLA SOCIETÀ FRIULANA DI BUENOS AIRES

Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, detta Assuntina, conosciuta come Tina Modotti, nacque a Udine da un’umile famiglia e visse l’emigrazione fin da bambina. Per lei l’Italia era solo Udine: un decreto di Mussolini le impedirà, dopo essere emigrata negli USA, di tornare a casa. Il friulano era la sua lingua madre. Figlia di una sarta e di un inquieto meccanico socialista tuttofare, Tina, incarna nelle sue foto la lotta operaia, i diritti dei lavoratori, la vita e le ombre. Fotografava quello che conosceva bene.
Operaia bambina, autodidatta, disciplinata e insicura, trova nell’impulso dell’epoca, il riscatto e l’ideologia. Antifascista, instancabile lavoratrice. Taciturna e appassionata lavora per il Soccorso Rosso durante la Guerra Civile Spagnola. Amica di personaggi che con lei hanno lasciato tracce di speranza, quali Diego Rivera, Ernest Hemingway, John Dos Passos, Robert Capa e Pablo Neruda, tanto per citarne solo alcuni.
Poi la vita s’impadronisce dei suoi talenti e dei suoi ideali trasformandola in eternità.
A Tina Modotti rende oggi omaggio la Società Friulana di Buenos Aires con il progetto "Luna Cornea", che, come spiega Patrizia Marcheselli, "nasce dalla fusione di due sensazioni che rivivo ogni volta che contemplo la vita e le opere di Tina Modotti. La sua cornea è il cristallo fotografico che ci permette di viaggiare, ancora oggi, attraverso la storia. Ci ha lasciato un immortale ritratto della lotta e dei valori di un’epoca. Come la luna, brilla, anche grazie a ciò che resta nell’ombra".
A 120 anni della sua nascita, la Società Friulana di Buenos Aires ha organizzato un elenco di attività per rendere omaggio a questa donna friulana poco conosciuta anche in Italia.
Si inizia giovedi 16 giugno, alle ore 19.30, con "Radio Modotti: Videoconferenza Radio" in streaming mondiale su Youtube.
Certamente più famosa all’estero che in Italia, sulla vita di Modotti si è detto e scritto, spesso romanzato. Pochi però si sono addentrati nella sua origine, la sua Udine e la sua "marilenghe". Un gruppo di specialisti, da entrambe le sponde dell‘oceano, parleranno della sua opera fotografica, della sua vita e delle sue idee: Gianfranco Ellero della Società Filologica Friulana, Paolo Ferrari dell‘Università degli Studi di Udine, Andrea Crozzoli di CinemaZero, Stefano Strazzabosco da Città del Messico, Patrizia Marcheselli attrice, docente e regista teatrale, Maria Zorzon, fotografa argentina-friulana, e Galliano De Agostini da Buenos Aires.
Domenica 19 giugno, alle ore 18, si proseguirà con la lettura teatralizzata di "Tina", monologo in spagnolo, italiano e friulano con le voci di Patrizia Marcheselli e Catalina Maria De Faccio. La fisarmonica di Galliano De Agostini accompagnerà la lettura della traduzione al friulano del testo originale in italiano e spagnolo, scritto da Stefano Strazzabosco.
A seguire ci sarà la presentazione del libro "Tina" della Ediciones Friulana Buenos Aires, con la versione in friulano di Galliano De Agostini. "Ci è parso che voltarlo anche al friulano fosse un'atto di giustizia, nel portare la voce di Tina ai suoni della sua marilenghe", spiega. "La nostra casa editrice fu creata quattro anni fa, in occasione del nostro 85° inovâl, per pubblicare la produzione dei friulani e dei loro discendenti in Argentina. Il libro è in stampa con il contributo dell'Ente Friuli Nel Mondo".
Sabato 25 giugno, infine, alle ore 17, ci sarà la proiezione di filmati raccolti da Cinemazero: il documentario "Que Viva Tina" (1997) di Stefano Castano, girato quando sono stati celebrati i 100 amnni dalla nascita; e il film "The Tiger's Coat" (1920) di Roy Clements, documento cinematografico unico, in quanto sola prova sopravvissuta alle ingiurie del tempo della parentesi hollywoodiana di Tina Modotti.
Sempre sabato sarà inaugurata la mostra "Con sus ojos" (Con i suoi occhi), che presenterà i disegni in carbone su tela di Martìn "Laucha" Sacco e Fabian Mendoza delle opere fotografiche di Tina Modotti che l‘hanno portata ad essere una delle fotografe più riconosciute del XX secolo.