L’odissea delle Terme di Arta

Dopo la chiusura di un solo giorno, e precisiamo un solo giorno, sono state riaperte le Terme di Arta sotto la gestione temporanea di PromoTurismo Fvg: questo avrà seguito fino al termine delle procedure di gara per l’affidamento della struttura.

Perché è necessaria questa precisazione? Ce lo spiega il sindaco di Arta Terme, Marlino Peresson: “Gli annunci di chiusura delle Terme hanno sempre fatto più danni alla struttura che i veri e propri problemi di gestione”. Il sindaco tiene anche a precisare che “lo stabilimento termale non è mai rimasto chiuso perché si è sempre passato da un gestore all’altro senza interrompere i servizi”.

Rimane il fatto che in questi anni si sono alternate numerose gestioni che sono state accompagnate da una costante ricerca del giusto assetto della struttura. Da un’iniziale apertura solo estiva si è passati a quella annuale: da centro di cura esclusivamente termale (bagni, fanghi, inalazioni, cure idropiniche, ecc.) è diventato anche un centro benessere. Proprio su questo fronte sta lavorando ora l’amministrazione comunale che mira, con le prossime ristrutturazioni dei padiglioni, all’ampliamento di servizi innovativi dedicati alla cura del corpo.

Perché la mission della Terme - e di vera e propria mission si parla - è fornire un supporto turistico al territorio. Peresson infatti precisa che “le Terme non sono solo di Arta ma di tutto il territorio e da questo punto di vista è con piacere che ho recentemente riscontrato una maggiore condivisione da parte degli amministratori dei diversi comuni della Carnia”.

Riguardo alle difficoltà di gestione dello stabilimento, Peresson parla di problemi spesso legati ai lavori di ristrutturazione che hanno inciso, con le loro tempistiche non sempre rispettate, sulla fornitura dei servizi termali.

Non quindi problemi di bilancio, come insinuato da Promotur SpA che è intervenuta con una gestione temporanea tra il 2009 ed il 2011 in attesa del nuovo bando di gara. Il buco dichiarato dalla società a fine 2010 era di 3 milioni, e su questo la gestione delle Terme incideva solo per il 10% (100-120.000 euro), considerando, precisa il sindaco, che “Promotur aveva anche la possibilità di girare costi sulle Terme”.

Non tutti i mali vengono per nuocere e se molte speranze erano riposte nella Casa di Cura è vero, come sostiene anche il sindaco Peresson, che sarà l’occasione per recuperare l’indirizzo gestionale della struttura che prevede il potenziamento dei servizi termali, ma soprattutto l’ampliamento del centro benessere e dell'area ludica, caratterizzando così le Terme per una forte impronta turistica “che non era forse tanto condivisa dalla clinica”.

“La Casa di Cura Città di Udine disponeva sì di uno staff medico importante e quindi forniva maggiori prestazioni al territorio ma”, precisa Peresson, “era diverso dall’indirizzo previsto per la struttura che non doveva diventare un ampliamento dei servizi offerti dalla Casa di Cura”.

Le opere conclusive delle Terme prevedono la sistemazione all’ultimo piano del padiglione delle acque con l'ampliamento di palestra, sauna, bagnoturco (molto richiesto dagli utenti) e la realizzazione di un’ampia piscina esterna (collegata a quella interna).

Peresson conclude ribadendo la necessità di “una gestione congiunta con l’amministrazione, non prettamente medica, ma anche turistica” che possa dare un po’ di respiro alla struttura, alla quale va aggiunta senz’altro una promozione adeguata per uno stabilimento che occupa circa 40 dipendenti, più 10 professionisti. Un numero tutt’altro che irrilevante per il piccolo territorio della Carnia.

Danielle Maion