Lo tsunami del populismo sta travolgendo l’Europa

Tacitamente, ma il modello Schengen è stato già abbattuto a Tarvisio e a Ventimiglia. Il populismo è uno tsunami che sta travolgendo l'Europa. E' misto a una spirale di rigurgito nazionalista, alimentato dal timore di 'invasioni', che condiziona l'agenda politica dei partiti di sinistra oltre alle formazioni di destra. Risultato: la rappresentanza della solidarietà e della società civile è lasciata a Papa Francesco.

Un'ondata, dicevo. Dall'Italia con il salvinismo leghista alla Francia della sua alleata Marine Le Pen, all'Inghilterra di Nigel Farage. Tanto temuti dal socialista Hollande come dal conservatore Cameron da indurli a rifiutare le quote di migranti stabilite dell'Ue.

Ne sono travolti Paesi ricchi e anche quelli poveri, Stati del Centro Europa come dell'Est, da un quarto di secoli liberi dal giogo comunista. Tra i primi c'è l'Austria dove il partito degli eredi di Haider sta spopolando facendo intuire la fine della tradizionale diarchia socialisti-popolari al potere. Segue la Danimarca dove le recenti elezioni sono state fortemente condizionate dal tema dell'ostilità ai migranti. Ad Amsterdam non vogliono costruire barriere fisiche come gli ungheresi, ma hanno alzato nuovi steccati culturali, sociali e politici.

Il recente voto in Polonia ha registrato una forte svolta a destra. Anche a Varsavia un mix di xenofobia e populismo per la conservazione di quella nuova ricchezza che fino a un quarto di secolo fa (col regìme comunista) era addirittura al di là dei sogni del sindacato Solidarnosc di Lech Walesa.

Infine l'Ungheria del fascistoide Viktor Urbàn che vuol erigere un muro alto 175 chilometri per blindare il confine con la Serbia dall'ondata migratoria dal Medio Oriente.

Com'è stridente il raffronto fra l'attuale orizzonte egoistico magiàro e lo slancio di solidarietà che il 14 agosto 1989 fece da apripista alla caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre! Quel giorno l'Ungheria, col beneplacito del Cremlino, aprì la Cortina di ferro (350 chilometri di filo spinato e campi minati) che separava il Paese dal mondo libero.

Ricomparvero le immagini dell'amata imperatrice austro-ungarica Sissi, furono abbattute le statue dei gerarchi comunisti, sopratutto fu aperto un campo per ospitare le migliaia di fuggiaschi dalla Germania Est che volevano raggiungere l'Ovest. Per loro anche offerte di lavoro.

Mi nasce spontanea una domanda. La generazione ungherese del dopo-muro di Berlino ha cambiato così radicalmente atteggiamento perché quei disperati avevano la pelle bianca ed erano cattolici od ortodossi?

Augusto Dell’Angelo