L’Inps propone il reddito minimo, il governo rifiuta stizzito

Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, nel corso di un convegno all'Univerisità Bocconi, ha rilanciato la proposta di un reddito minimo garantito, precisando, e questa è la novità, che l'obiettivo è la fascia di persone tra i 55 e 65 anni di etò, a suo parere, le più colpite della crisi.

"Non credo che dare loro un trasferimento, che sarà basso li esponga al rischio di non mettersi in cerca di un lavoro. Sono persone - puntualizza - che difficilmente trovano un nuovo impiego (solo il 10%). Certo, sarei felice se il governo riuscisse a trovare le risorse per finanziare un reddito minimo garantito per tutta la popolazione".

Boeri ha precisato che l'altra fascia di popolazione particolarmente colpita dalla crisi è quella dei più giovani: "questa è una emergenza che si è aggiunta a quella giovanile".

Pur dimostrando una importante sensibilità sull'argomento (che interessa per esempio una fascia di età che comprende anche gli esodati), il presidente dell'Inps non ha fornito strumenti per mettere in pratica questa sua esternazione, offrendo il fianco all'esecutivo, obiettivo primario di questa sua osservazione - critica. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha replicato con tono stizzito: "L'Inps è uno strumento importante a supporto dell'azione del governo e del parlamento. Fa elaborazioni interessanti ma il lavoro comunque compete al governo". Questi, secondo il ministro Poletti, «ha già espresso chiaramente di non voler procedere in questa direzione nè all'interno della spending review nè per quel che riguarda un eventuale intervento in generale sulla previdenza".

Altrettanto secca la replica di Boeri: "Rivendico il diritto di poter fare delle proposte. Non è certamente un modo di violare le regole della democrazia, come qualcuno ha sostenuto ha aggiunto. Di conseguenza l'Inps presenterà le proposte a governo e parlamento entro giugno".