L’immigrato s’è fermato a Ventimiglia. Contro la sua volontà.

Italian police officers surround a group of migrants with their arms linked together during an operation to remove them from the Italian-French border in the Italian city of Ventimiglia on June, 16, 2015.  Italy and France engaged in a war of words as a standoff over hundreds of Africans offered a graphic illustration of Europe's migration crisis. Italian Interior Minister Angelino Alfano described images of migrants perched on rocks at the border town of Ventimiglia after being refused entry to France as a "punch in the face for Europe."  AFP PHOTO / JEAN CHRISTOPHE MAGNENET        (Photo credit should read JEAN CHRISTOPHE MAGNENET/AFP/Getty Images)

da ilpost.it

Si fa un gran parlare della questione legata all'emigrazione dall'Africa all'Europa. E, in casa nostra, di tutti quelli che venivano chiamati 'clandestini' fino a che è stata in vigore, così com'era stata pensata nel 2002, la legge Bossi-Fini: dopo alcune opportune modifiche infatti il reato di clandestinità non è più previsto nel nostro ordinamento. Ciò nonostante alcuni politici sono molto attenti ad usare il termine 'clandestino' ogniqualvolta affrontano il dibattito sull'immigrazione.

A causa dell'aumento degli arrivi via mare (e non solo) la questione è da parecchio tempo sulle prime pagine di tutti i giornali. Le strumentalizzazioni non mancano di certo ma il tema è scottante per un Paese, come il nostro, poco avvezzo alle grandi ondate d'immigrati da decenni invece presenti in grandi numeri in stati europei come Francia o Germania, i quali hanno saputo sfruttarli in termini di forza-lavoro. E molto probabilmente con una capacità di gestione del fenomeno nettamente superiore a quella italiana. Ora però l'immigrazione è diventato un argomento che non riguarda esclusivamente il nostro dibattito politico interno: ciò a partire dal fatto che moltissimi immigrati sbarcano in Italia con la chiara intenzione di attraversarla per andarsene altrove.

Guerre, fame, scarse opportunità nei paesi d'origine spingono migliaia di persone a cercare un futuro migliore. E forse anche noi italiani non dovremmo fare molta fatica a capirlo: siamo o non siamo sempre stati un popolo di viaggiatori ed emigranti ? In Liguria, a Ventimiglia proprio sul confine tra Francia e Italia ed anche alla stazione centrale di Milano sono centinaia i migranti bloccati perchè è stato impedito loro d'andare al di là dei confini nazionali. Gli accordi di Schengen sono stati sospesi pro tempore in modo unilaterale da Germania, Francia e anche dall'Austria: è probabile che si arriverà prima o poi alla resa dei conti sul modo attraverso il quale in Europa vada gestita questa situazione, in modo comunitario o meno. Il governo Renzi dovrà essere in grado di far sentire le proprie ragioni, se non vuole continuare a vivacchiare e lasciare aperta la questione dell'immigrazione. Con i confini però attualmente chiusi e l'impossibilità per molti immigrati di continuare il proprio viaggio.

Gli eritrei, i somali, i sudanesi che si trovano ancora a Ventimiglia (e non solo lì) vogliono raggiungere altri stati europei, dove esistono comunità di loro connazionali oppure loro parenti. Molti sono ben consapevoli che non conviene loro rilasciare alle autorità italiane le loro generalità: secondo le regole dell'Ue è possibile richiedere asilo politico solo nel primo paese europeo in cui si arriva, dove si è costretti a rimanere. In questo caso l'Italia ovviamente: una terra dove anche per noi italiani vivere, negli ultimi anni, non è certo facile come un tempo. E' questo un altro motivo valido per cui, noi stessi dovremmo voler vedere passi avanti su un fenomeno così discusso, senza scontri e strumentalizzazioni politiche inutili al raggiungimento di una soluzione migliore di quelle adottate nei vari Cie, Cara etc. o dei risultati che hanno prodotto la corruzione e le ruberie connesse allo scandalo romano di "Mafia Capitale".