Licenziato da Repubblica Calabresi, arriva Verdelli il salvatore di Vanity Fair

Che nel gruppo Gedi fosse in atto un "giro d'aria" nelle direzioni dei quotidiani del gruppo era appunto nell'aria, ma che improvvisamnete si andasse al ricambio improvviso del comando dell'ammiraglia non era prevedibile. Così Mario Calabresi non è più il direttore del quotidiano Repubblica. Lo ha annunciato lui stesso in una serie di tweet in cui ha precisato che la decisione è stata presa dagli editori e che dal tono, evidenetemente, fa comprendere che l'operazione non è stata condivisa. Al suo posto, secondo fonti ANSA non confermato dall'editore Gedi sarà nominato Carlo Verdelli, giornalista di lungo corso ma non molto conosciuto al di fuori del mondo degli addetti ai lavori perchè non ama le apparizioni pubbliche e televisive. È stato direttore di testate molto diverse come Sette, la Gazzetta dello Sport e Vanity Fair, e vicedirettore al Corriere della Sera: in RCS era stato dieci anni, proveniente da Mondadori ed Epoca (ma la sua carriera era cominciata collaborando alla cronaca milanese di Repubblica: Verdelli è di Milano). Il suo più noto successo è stato il rilancio di Vanity Fair dopo che il debutto italiano del settimanale aveva avuto risultati molto deludenti: Verdelli lo trasformò in un ibrido tra un newsmagazine e un femminile occupando lo spazio ceduto dai settimanali tradizionali in crisi come l’Espresso e Panorama. Risultato che gli valse anni dopo un ruolo manageriale di vice presidente esecutivo presso l’editore Condé Nast quando lasciò la direzione della Gazzetta dello Sport, dove pure aveva aggiunto un approccio più ampiamente giornalistico, creando per la prima volta delle pagine di notizie non sportive nell’ultima parte del giornale. Negli ultimi anni aveva collaborato occasionalmente con Repubblica ed era stato nominato nel 2015 Direttore editoriale per l’Offerta Informativa in Rai con la direzione di Antonio Campo Dall’Orto, ma si era dimesso in polemica con le resistenze del Consiglio d’Amministrazione al suo progetto di ripensamento del servizio. Il suo nome è circolato spesso rispetto a nomine diverse nelle testate più importanti, e in particolare al momento della scelta di sostituire il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli nel 2015, ma alla fine l’editore aveva preferito promuovere il vicedirettore Luciano Fontana.
Verdelli è noto per un carattere serio e a volte ombroso e per essere molto capace nella direzione e nella gestione dei collaboratori ed esperto di editoria cartacea, in un tempo in cui l’editoria cartacea ha bisogno evidentemente di progetti nuovi.

Il gruppo editoriale GEDI, che detiene la proprietà di Repubblica e di altri quotidiani come la Stampa e molte testate locali, fra cui il Messaggero veneto e Il Piccolo, non ha ancora commentato la notizia. Negli ultimi mesi erano già circolate diverse voci sul possibile licenziamento di Calabresi, nessuna delle quali aveva trovato conferma. Durante la sua direzione molte ombre e poche luci, Repubblica ha cambiato la sua impostazione grafica e introdotto un parziale paywall per gli articoli più rilevanti della versione online, scelta però che ha provocato un calo degli accessi al portale rep.it. Inoltre dall’agosto 2016 all’agosto 2018 le vendite di Repubblica sono molto diminuite ma Calabresi ha rivendicato di aver frenato un trend negativo già in atto e di aver «dimezzato» la discesa delle copie. L’ultimo incarico di Verdelli, che ottenne molti successi come già detto alla direzione di Vanity Fair e della Gazzetta dello Sport, è stato quello con la RAI, che lasciò nel gennaio 2017 dopo che il consiglio di amministrazione aveva bocciato il suo piano innovativo per cambiare l’offerta dell’informazione. Non è ancora chiaro quando entrerà in carica da direttore di Repubblica.