Libia: appello dei ministri degli esteri, non fermare il dialogo

I Ministri degli Esteri di Algeria, Francia, Germania, Italia, Marocco, Qatar, Spagna, Tunisia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti, e l’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri, “si appellano a tutte le parti libiche del Dialogo Politico affinché approvino immediatamente l’accordo favorito dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite Bernardino Leon a seguito degli incontri delle parti a Shkirat e a Ginevra”. Inizia così la dichiarazione congiunta firmata ieri in cui si sottolinea come “le parti del dialogo siano di fronte a una scelta molto grave”.
“Possono ritardare l’approvazione del testo e degli annessi oltre il 20 ottobre – si osserva – o tentare di introdurre ulteriori emendamenti, mettendo a rischio la stabilità del Paese. Per mettere al sicuro il futuro della Libia, incoraggiamo le parti libiche ad approvare immediatamente il lungamente discusso compromesso politico sancito nell’accordo politico, che darà al Paese un periodo di stabilità fino a quando una nuova costituzione potrà essere approvata. Potranno quindi avere luogo nuove elezioni per dare finalmente alla Libia un nuovo Parlamento rappresentativo, inclusivo e democratico e la cui legittimità sia riconosciuta in tutto il Paese e nel mondo”.
“La popolazione libica – continua la dichiarazione – ha chiaramente indicato di volere la fine dell’instabilità nel Paese, instabilità che ha portato alla perdita di molte vite, che ha permesso la diffusione del terrorismo e ha danneggiato gravemente l’economia del Paese. La Comunità internazionale è pronta a sostenere la popolazione libica e i leaders che sceglierà”. “La Comunità Internazionale – si legge ancora – è impaziente di collaborare con il Governo di Concordia Nazionale, dietro sua richiesta, nella lotta contro il terrorismo, in particolare contro Daesh ed Ansar Al Sharia, e nell’aiutare la Libia a fronteggiare le sue molte sfide. Incoraggiamo tutti i partecipanti al dialogo a cogliere questa opportunità di porre fine alla instabilità firmando, ed applicando fedelmente, l’accordo politico e i suoi annessi, senza ulteriori emendamenti”.