Le Nazioni Unite e quello strano silenzio su decapitazioni ed Arabia Saudita

Fino a qui il 2016 non ha portato modifiche nei rapporti tra Onu ed Arabia Saudita: nel frattempo però, il 2 gennaio, ben 47 persone sono state giustiziate nel ricco paese del vicino Medio Oriente. Chi erano i condannati a morte ? Secondo la monarchia saudita erano tutti coinvolti in qualche modo in attentati firmati da Al-Qaeda più di dieci anni fa.

Sembra invece che in questa lista di persone fatte prigioniere prima, e senza pietà uccise poi, non pochi fossero solamente oppositori politici. Il regime saudita ha mandato a morte, tra questi, lo sceicco Nimr al-Nimr, un leader delle proteste del 2011, quelle delle cosiddette "Primavere arabe". Nimr al-Nimr promuoveva una richiesta di diritti e indipendenza che una monarchia sunnita come quella dell'Arabia Saudita non concepisce nemmeno lontanamente. Nonostante abbia già da qualche mese l'ambasciatore Faisal bin Hassan Thad a capo del comitato consultivo interno al Consiglio dell'Onu sui diritti umani.

Una barzelletta ? Sarebbe bello se le cose stessero così. La realtà è che la carica raggiunta permetterà a bin Hassan Thad di affermare, a nome dell'Onu, la sua posizione in merito al tema. Ora come ora, in seguito alle uccisioni che il regime saudita (una delle nazioni al mondo dove ogni anno più persone vengono giustiziate) ha permesso ed alle tensioni che sono subito sorte con il nemico storico dell'Iran, le Nazioni Unite si sono sbilanciate firmando una mozione di condanna contro quest'ultimo. Alla notizia delle decapitazioni, infatti, a Teheran è stata assaltata l'ambasciata saudita. Il governo iraniano è passato all'arresto di 40 persone, fermando gli scontri in corso: nel frattempo l’Arabia Saudita ha però interrotto ogni rapporto diplomatico. E posizioni simili sono state prese anche da altri stati arabi nei confronti dell'Iran.

Nella lista dei prigionieri da giustiziare ne mancano ora ancora cinque: tra questi c'è il nipote dello sceicco Nimr al-Nimr, Ali al-Nimr, accusato di «partecipazione a manifestazioni antigovernative» ed in galera da quasi 4 anni. Poco più che ventenne è stato condannato, secondo Amnesty International, dopo una confessione ottenuta però grazie allo strumento della tortura. La condanna emessa è stata la crocifissione. Le Nazioni Unite ancora non si sono pronunciate nè sul suo caso nè su quello dei suoi compagni, ormai non più in vita. E' lecito oppure no attendersi una presa di posizione anche verso un Paese così ricco sia di petrolio sia di investimenti in tutto il mondo occidentale ? In caso contrario l'Onu dimostrerebbe di nuovo di non dare importanza e valore ai diritti delle persone. Il denaro, lo sappiamo già tutti, è molto importante anche nella politica internazionale.