Le facili profezie del dopo Charlie Hebdo si sono avverate, non così invece le ricette contro l’integralismo

Era il 23 febbraio quando, a non molti giorni dall'attentato a Charlie Hebdo, il nostro giornale pubblicava una analisi della situazione che oggi alla luce di quanto è avvenuto e di quanto potrebbe avvenire, ha dimostrato la sua validità, tanto che lo ripubblichiamo, come ripubblichiamo in allegato la “Lettera aperta al mondo musulmano” scritta in quei giorni dal filosofo Abdennour Bidar, musulmano, autore di cinque libri di filosofia della religione e di numerosi saggi. Riproponiamo gli scritti non certo per dire avevamo ragione,  mai come in questo caso avremmo preferito aver torto marcio, ma solo perchè è assolutamente fondamentale che si apra un dibattito di "testa" e non di "pancia" su quanto sta avvenendo, lo stesso dibattito che ci auspicavamo prendesse corpo dopo le ipocrisie del dopo "siamo tutti Charlie Hebdo".

Scrivevamo nel febbraio scorso:
“Quanto sta avvenendo in Europa dopo gli attentati in Francia e Danimarca e le minacce dirette da parte del califfato nero a tutti gli occidentali, italiani compresi, necessita di vari livelli di risposta. Il primo è ovviamente quello della sicurezza, una situazione complicata nella quale non certo aiuta la strumentalizzazione politica che viene fatta per ragioni di basso profilo. Questione sicurezza soprattutto di obiettivi potenzialmente sensibili che non è detto siano quelli classici che vengono in mente, Città del Vaticano, palazzi istituzionali, chiese o sinagoghe ecc. ecc. Gli esperti di antiterrorismo, infatti, evidenziano come in realtà eventuali azioni non colpiranno in luoghi particolarmente vigilati, ma preferiranno obiettivi meno eclatanti ma dove compiere il maggior danno con la minima possibilità di fallire. Luoghi simbolo della “decadenza” occidentale come ad esempio i centri commerciali o comunque centri di grande affluenza di persone. La seconda risposta dovrà essere culturale innanzitutto capire e conoscere i fenomeni per superare con la conoscenza la paura generalizzata, l'isteria collettiva sarebbe la vera vittoria per gli uomini dell'Isis. Per questo è fondamentale che siano numerosi i dibattiti, le analisi e le interpretazioni che tentano di capire come e perché sia stata resa possibile una tale esplosione di cieca violenza nel terzo millennio. Cominciamo con il dire che non esiste una spiegazione univoca, e risulta complessa l’impresa di districare le diverse influenze che hanno portato a questa tragedia, ma fondamentale è approfondire il ruolo assunto dal mondo musulmano e i messaggi che trasmette ai suoi giovani. Del resto tutta la propaganda del califfato è tesa al reclutamento in funzione anti occidentale. Per questo è estremamente importante dare voce al dissenso, per fortuna diffuso nel mondo islamico, che non accetta di essere omologato al modello integralista, anche se, è innegabile che un certo giustificalismo è presente, troppo spesso. Per esempio rispetto alla strage di Charlie Hebdo viene fatto comprendere da molti musulmani che quella satira, certamente irrispettosa, aveva esagerato e che quindi la punizione era “dovuta”. Anche se, ammettono i più, l'azione di morte operata è stata una sorta di eccesso di legittima “offesa”. Vi sono anche voci molto più critiche e ragionate su quanto stra avvenendo nel mondo islamico, è il caso del filosofo Abdennour Bidar, musulmano, autore di cinque libri di filosofia della religione, e di numerosi saggi. Abdennour Bidar è cresciuto per sua stessa ammissione tra il taçawwuf (sufismo) e il pensiero occidentale. Questo uomo di cultura che vive in Francia ha proposto e una riflessione critica nella sua “Lettera aperta al mondo musulmano”, pubblicata in lingua francese sul blog dell’Oratoire du Louvre, in cui ci porge una lucida visione critica sull’Islam di oggi e sulle derive autoritarie che lo caratterizzano. Nella sua lettera Bidar si oppone all’atteggiamento che considera lo Stato Islamico come un’istituzione mostruosa e cerca di approfondire quelle che definisce le “radici del male” che si trovano in un modo di vivere l’Islam, purtroppo diffuso, basato sull’interpretazione rigida e arcaica del Corano. Con la volontà di portare una critica alla comunità a cui appartiene Abdennour Bidar chiama il mondo musulmano a mettere in atto delle riforme che affermino chiaramente i principi di libertà, tolleranza e parità di genere. Ecco il testo della sua lettera aperta tradotta da Gianfranco Ellero che abbiamo deciso di pubblicare integralmente, nonostante non sia un testo breve per dare così testimonianza completa del pensiero di Abdennour Bidar: clicca qui