Le diseguaglianze nel mondo si accentuano, l’1% di “Paperoni” ha il doppio della ricchezza di 6,9 miliardi di persone

Photo: Andy Hall/Oxfam via Wikipedia

Questa mattina sulla stampa internazionale trova spazio il rapporto Oxfam, acronimo di Oxford Committee for Famine Relief,  una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso progetti di sviluppo, rapporto diffuso  in occasione del summit World Economic Forum Tweet Iraq, Oxfam che spiega con chiarezza cristallina che le diseguaglianze si accentuano e che un 1% di “Paperoni” ha il doppio della ricchezza di 6,9 miliardi di persone. Ma non solo il rapporto ci racconta che sono milioni i profughi in movimento. Insomma Paperoni sempre più ricchi, mentre 10 mila persone al giorno muoiono perchè senza cure. Ma i dati dicono ancora di più, la quota di ricchezza della metà più povera dell'umanità - 3,8 miliardi di persone - non sfiora nemmeno l'1%. Quasi la metà della popolazione mondiale in sostanza vive con meno di 5,5 dollari al giorno. Mentre nel mondo i 2.153 Paperoni della lista Forbes detengono più ricchezza di 4,6 miliardi di persone. Volendo restringere ancora di più il campo, il patrimonio delle 22 persone più facoltose è superiore alla ricchezza di tutte le donne africane.
In sostanza riassume Oxfam che ricordiamo raccoglie 18 organizzazioni di paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 nazioni per individuare soluzioni durature alla povertà e all'ingiustizia: “La disuguaglianza economica è un fenomeno ormai fuori controllo”, Significativo è che questo rapporto che scatta la fotografia delle disparità che pervadono il pianeta, sia pubblicato in occasione del summit del World Economic Forum a Davos, un luogo dove, per definizione, si riunisce il top del potere economico, finanziario e politico mondiale e i super-ricchi sono di casa. A far lievitare il patrimonio dei Paperoni globali - indica il rapporto - ha contribuito il crollo dell'imposizione fiscale a loro carico, grazie alla riduzione delle aliquote impositive, ma anche a deliberati abusi fiscali. Solo il 4% del gettito fiscale globale deriva da imposte sul patrimonio e vari studi dimostrano che i super-ricchi eludono fino al 30% delle imposte a proprio carico. Tra il 2011 e il 2017, mentre i salari medi nei paesi del G7 aumentavano del 3%, i dividendi dei facoltosi azionisti sono cresciuti del 31%. L'Italia non fa certo eccezione Sulla base dei dati di Oxfam, che attinge al World Wealth Report del Credit Suisse, nella Penisola il 10% più ricco della popolazione possiede oltre 6 volte la ricchezza del 50% più povero. La quota di ricchezza in possesso dell'1% più ricco degli italiani supera quanto detenuto dal 70% più povero. Alla fine del primo semestre del 2019, a fronte di una ricchezza nazionale netta di 9.297 miliardi di euro, il 20% più ricco degli italiani ne deteneva quasi il 70% , il successivo 20% era titolare del 16,9%, lasciando al 60% più povero il 13,3%. I primi 3 miliardari italiani della graduatoria Forbes hanno una ricchezza netta (37,8 miliardi di euro a fine giugno 2019), maggiore di quei 6 milioni di persone circa che costituiscono il 10% più povero della popolazione italiana. Nel 2017 (ultimo anno coperto dalle di Eurostat) il 20% dei percettori di redditi piu' elevati deteneva il 40% del reddito complessivo. Le distanze tra ricchi e poveri si sono ampliate: in 20 anni la quota di ricchezza detenuta dal top 10% è cresciuta del 7,6%, mentre la porzione della metà più povera degli italiani si è ridotta di quasi il 37%. Gli squilibri rispetto al 2000 sono aumentati, come registra l'indice di Gini (che misura le disparità) aumentato di 7 punti in 20 anni. In Italia, ma anche altrove, i ricchi sono soprattutto figli dei ricchi e i poveri figli dei poveri. Le condizioni socio-economiche si ereditano di generazione in generazione. Un terzo dei figli di genitori più poveri, sotto il profilo patrimoniale, è destinato a rimanere fermo al gradino più basso della scala socio-economica (quello in cui si colloca il 20% più povero della popolazione), mentre il 58% di quelli i cui genitori appartengono al 40% più ricco, mantiene una posizione apicale. I giovani italiani, poi, devono fare i conti con un mercato profondamente disuguale, caratterizzato da grande precarietà. Oltre il 30% dei giovani occupati guadagna meno di 800 euro lordi al mese. Il 13% degli under-29 della Penisola versa in condizione di povertà lavorativa. Una situazione che unita allo scollamento tra la domanda e l'offerta di lavoro qualificato costringe da anni tanti giovani laureati ad abbandonare il Paese.