L’AUSTRIA COSTRUISCE BARRIERE MA INTANTO IL PARLAMENTO UE DISCUTE DI UN SISTEMA DI ASILO CENTRALIZZATO

Talvolta leggendo le cronache che giungono dalle sedi parlamentari dell'Unione Europea si ha la netta sensazione che a Strasburgo si viva in una sorta di realtà virtuale, un altro continente rispetto alla Vecchia Europa che dovrebbe rappresentare. Così mentre nei territori vengono a prevalere odi razziali e i nazionalismi autoprotettivi vincono nelle politiche nazionali, come in Austria dove ,unilateralmente si sta buttando a mare  Schengen  e la libera circolazione unico vero tratto distintivo dell'Europa,  nelle sale di Strasburgo si disegnano politiche e provvedimenti belli che rischiano di rimanere lettera morta.   E' il caso delal discussione di queste ore su un sistema di asilo centralizzato che permetterebbe all'UE di gestire meglio i crescenti flussi di migranti e di richiedenti asilo. Il Parlamento europeo l'ha addirittura votato ieri proponendo l'utilizzo di percorsi legali ufficiali che garantiscano ai cittadini di Paesi terzi l'ingresso nell'Unione, senza dover rischiare la propria vita e ricorrere a trafficanti di esseri umani. In una risoluzione non vincolante (quindi assolutamente inutile)  redatta da Roberta Metsola (PPE, MT) e Kashetu Kyenge (S&D, IT) - approvata con 459 voti favorevoli, 206 voti contrari e 52 astensioni - i deputati riconoscono il fallimento del sistema esistente di asilo nel far fronte al sempre crescente numero di arrivi di migranti e chiedono una revisione di fondo del cosiddetto sistema di Dublino. Propongono dunque l'istituzione di un sistema centralizzato per la raccolta e l'assegnazione delle domande di asilo. Lo schema, che potrebbe includere una quota per ogni Stato membro dell'UE, dovrebbe funzionare sulla base di "punti di crisi" (hotspot), a partire dai quali dovrebbe aver luogo la distribuzione all'interno dell'Unione.
La Commissione europea sta attualmente valutando una revisione del regolamento Dublino III (che determina quale Stato membro sia responsabile del trattamento di quale domanda di asilo) e si è impegnata a presentare una proposta legislativa prima dell'estate.
"Non esiste alcuna soluzione rapida per la migrazione, nessuna bacchetta magica. Non abbiamo bisogno di più soluzioni di emergenza, ma di un approccio sostenibile per il futuro", ha dichiarato la co-relatrice Metsola durante il dibattito in plenaria.
“L'immigrazione non va combattuta ma gestita”, ha aggiunto la co-relatrice Kyenge, insistendo sul fatto che l'approccio europeo dovrebbe basarsi sulla condivisione della solidarietà e della responsabilità.
Il Parlamento osserva che l'attuale sistema di asilo “non tiene sufficientemente conto della particolare pressione migratoria cui sono sottoposti gli Stati membri situati ai confini esterni dell'Unione. Le modifiche richieste dai deputati mirano a garantire equità e responsabilità condivisa, come pure solidarietà e trattamento rapido delle domande”.
Ricollocazione e reinsediamento
Nel documento approvato, si chiede agli Stati membri di far fronte ai propri obblighi per quanto riguarda le misure di ricollocazione urgenti, evidenziando che fino ad oggi solo una minima parte dei 106.000 richiedenti asilo presenti n Italia e in Grecia è stata ricollocata in altri Paesi UE. Per quanto riguarda poi il reinsediamento, i deputati insistono sul fatto che l'UE abbia bisogno "di un approccio legislativo vincolante e obbligatorio".
Rimpatrio
I deputati chiedono l'adozione di nuovi accordi UE in materia di riammissione, che dovrebbero prevalere rispetto agli accordi bilaterali tra Stati membri e paesi terzi. Insistono, inoltre, sul fatto che il rimpatrio dei migranti debba essere effettuato solo se il Paese nel quale i migranti stanno per essere rimpatriati è considerato sicuro.

Insomma tutto bello, ma poi si guardano le immagine del campo di Idomeni e dei proiettili di gomma sparati ad altezza di bambino al confine Greco Macedone contro i profughi e si capisce al volo di quanta ipocrisia sia intrisa questa Europa.